Bonus da 100 euro ai lavoratori a basso reddito e incentivi per assumere giovani e donne soprattutto al Sud nel pacchetto approvato dal governo per andare incontro ai lavoratori alla vigilia della loro festa. Il bonus più atteso e più costoso per le casse dello Stato è l’indennità di 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo sotto i 28 mila euro e con almeno un figlio a carico che però sarà “erogato attraverso i sostituti d’imposta nel gennaio 2025”. Anche la denominazione di bonus 100 euro si annuncia generosa, perché sarà soggetto alle normali ritenute fiscali e detrazioni, a cominciare dall’aliquota di riferimento del 23%. Non solo. L’importo spettante sarà rapportato al periodo di lavoro e anche in questo caso saranno applicate le ritenute. Infine, il bonus 100 euro non sarà automatico. Per ottenerlo sarà il lavoratore a chiedere al datore di lavoro il bonus, attestando per iscritto di averne diritto indicando il codice fiscale del coniuge e dei figli.
Oltre al decreto legislativo sul fisco, il governo ha approvato il dl coesione, che contiene le misure per il lavoro. C’è il bonus giovani, che assicura sgravi contributivi al 100% per due anni (nel limite massimo di 500 euro mensili), per le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani con età inferiore a 35 anni e, nelle regioni della Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno, anche agli over 35 disoccupati da almeno ventiquattro mesi.
C’è anche un bonus donne in favore delle lavoratrici svantaggiate, con lo stesso tipo di esonero contributivo al 100% per due anni (nel limite di 650 euro mensili) per ciascuna lavoratrice assunta a tempo indeterminato. Il bonus si applica alle donne di qualsiasi età, con un trattamento di maggior favore per le residenti nel Mezzogiorno.
C’è poi il bonus Zes, che dà lo stesso sgravio a chi assume nel Mezzogiorno in aziende fino a 15 dipendenti. Gli esoneri contributivi al 100%, per tre anni, arrivano anche per favorire l’autoimprenditorialità e le libere professioni nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione al digitale ed ecologica.
Differenti le prese di posizione di Cgil, Cisl e Uil nella valutazione degli interventi messi in campo dal governo. Ultimo quello che riguarda gli incentivi per l’assunzione di giovani e donne e il bonus di 100 euro che verrà erogato a gennaio, ribattezzato bonus Befana. Per Cgil e Uil si tratta di spot, “una marchetta elettorale, un insulto al buon senso”, attacca Maurizio Landini. Servono “misure strutturali”, insiste Pierpaolo Bombardieri. Per la Cisl si tratta invece di misure “importanti” anche se ancora non sufficienti: “Occorre fare di più”, proseguendo il confronto con l’esecutivo, per aumentare i salari e le pensioni, rinnovare tutti i contratti. E, come rimarcano all’unisono, confermare il taglio del cuneo fiscale.