Chiesto il fallimento di Visibilia, Santanché: falso io indagata

Visibilia Editore, società che aveva come primo azionista fino ad alcune settimane fa la senatrice Fdi e neoministra del Turismo Daniela Santanchè, e da lei fondata, “versa in evidente e manifesto stato di insolvenza”. Lo mette nero su bianco la Procura di Milano nell’istanza di “liquidazione giudiziale”, ossia di fallimento, presentata al Tribunale fallimentare.

Accertamenti che come conseguenza, come avviene spesso in questi casi, hanno portato all’apertura di un fascicolo per ipotesi di bancarotta che sono in valutazione a carico degli ex amministratori, tra cui anche Santanchè, che è stata presidente e Ad tra il 2016 e lo scorso gennaio e che di recente ha dismesso le quote. La senatrice, a quanto si è saputo, è indagata assieme ad altri nel procedimento nel quale, sempre su valutazioni agli atti della Gdf, si contestano anche presunte false comunicazioni sociali. Sull’inchiesta in corso, con alcuni passaggi secretati anche per i legali, c’è massimo riserbo. Ma lei smentisce con una nota del suo avvocato, Salvatore Sanzo: ”la sen. Santanché non risulta indagata in alcun processo penale e da anni non ricopre alcuna carica in Visibilia Editore spa; – non risponde al vero che “sia aperto un fascicolo per ipotesi di bancarotta fraudolenta”, stante l’assenza del presupposto obiettivo della liquidazione giudiziale della società, soltanto ipotizzata in astratto”.

La notizia è stata smentita dalla stessa interessata stamattina in diretta su Radio Anch’io su Radio1: “è assolutamente falso che io sia indagata e daremo corso a azioni legali. Non c’è nessun indagato. Visibilia è una società che ho creato ma è stata venduta. C’è una cartella esattoriale non pagata e i nuovi soci faranno fronte – ha spiegato Santanché -. Non ci sono reati, non c’è un ipotesi reato. Non è giusto che i giornalisti scrivano cose che non hanno fondamento. Non ho mai querelato un giornalista, ma questa volta mi scateno”, ha concluso.

 

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