Spiagge deserte, città con traffico a zero e nessuno a passeggio ad ammirare i monumenti, scampagnate di Pasquetta annullate. Per il secondo anno a Pasqua l’Italia è rossa per frenare la pandemia. Le stime sono ovviamente tutte al ribasso: da Roma “orfana” di 950 mila presenze di visitatori che la affollavano per le feste di Pasqua per un danno economico di circa 200 milioni di euro fino a Milano, i cui flussi turistici avevano registrato un boom negli ultimi anni, con circa 200 mila presenze in meno in questi giorni di festa e una perdita di circa 50 milioni di euro.
Preoccupata tutta la filiera legata a questo, a cominciare dai balneari per proseguire con gli agriturismi. Piangono le città d’arte, ma anche metropoli come il capoluogo lombardo e zone a forte vocazione turistica della Sicilia e della Costiera Amalfitana: saranno le località più danneggiate dai divieti anti-Covid di queste giornate del primo break primaverile.
Secondo il Codacons, che ha realizzato un’indagine sulle perdite stimate che l’ANSA pubblica in anteprima, seguono Firenze, con -200mila tra presenze e visitatori e minori entrate per circa 30 milioni di euro, Venezia (-100mila turisti, -23 milioni di euro di incassi) e Napoli (-80mila turisti, -15 milioni di euro). Non solo le città d’arte sono danneggiate dai limiti imposti dal Covid: sul fronte turistico a subire gravi perdite anche la Sicilia, la Costiera Amalfitana e la Penisola sorrentina, negli ultimi anni zone gettonatissime durante la Pasqua. In particolare la Sicilia perde complessivamente circa 400 mila visitatori con un danno da oltre 75 milioni di euro, Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana 30mila, con perdite per 7,5 milioni di euro. I connazionali che si spostavano nel periodo pasquale trascorrevano in media 2,5 notti fuori casa, dando vita ad un giro d’affari tra pernottamenti, trasporti, pasti, ingressi ai musei, ecc. di circa 3,5 miliardi di euro nel 2019.
“Pasqua di crisi anche per gli stabilimenti balneari, la seconda consecutiva. Con l’Italia tutta colorata di rosso molti litorali dovranno rinunciare a quella che, in questo periodo, è un’abitudine da sempre: la prima giornata di mare”, denuncia Antonio Capacchione, presidente del Sib Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio. “Per quanto riguarda la stagione estiva siamo moderatamente ottimisti, contiamo sulla campagna vaccinale e sull’esperienza maturata lo scorso anno – ha continuato Capacchione – i primi segnali positivi ci sono per quanto riguarda le prenotazioni di lettini e ombrelloni. Gli italiani non ce la fanno più, hanno bisogno di svago e di una vacanza dopo un lungo lockdown”.
Infine, almeno un milione di persone tra italiani e stranieri ha dovuto rinunciare alla tradizionale scampagnata per il pranzo nelle strutture agrituristiche tra Pasqua e Pasquetta, secondo la Coldiretti che sottolinea il boom del meal delivery che in Italia nell’anno della pandemia ha fatto registrare un giro d’affari record per un valore di 706 milioni di euro con un incremento annuo del +19%.