Coffee Shop, per Ue legittimo lo stop ai non residenti

La limitazione è giustificata dall’obiettivo di contrastare il turismo della droga

È conforme al diritto dell'Unione Europea il divieto di ammissione dei non residenti all'interno dei ‘coffee shop' olandesi. A stabilirlo una sentenza della Corte di giustizia della Ue secondo la quale la limitazione è giustificata dall'obiettivo di contrastare il turismo della droga e il disturbo da esso provocato all'ordine pubblico e alla salute dei cittadini. Il caso fa riferimento al regolamento introdotto nel dicembre del 2005 dal consiglio comunale di Maastricht che limita l'accesso ai coffee shop solo ai residenti. A tale provvedimento aveva presentato reclamo il titolare del Coffes shop ‘Easy going' di Maastricht, secondo il quale il regolamento comporta una disparità di trattamento tra i cittadini della Ue. La Corte ha ricordato la nocività degli stupefacenti e il divieto della loro commercializzazione tutti gli Stati membri, fatta eccezione per scopi medici e scientifici. Secondo i giudici, infatti, essendo vietata l'immissione di stupefacenti nel circuito commerciale della Ue, un gestore di coffee shop non può avvalersi delle libertà di circolazione o del principio di non discriminazione. Inoltre, i giudici evidenziano che il regolamento del comune di Maastricht ha lo scopo di porre fine al disturbo causato dal grande numero di turisti desiderosi di acquistare o consumare cannabis nei coffee shop del Comune.

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