Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di urgenza di Airbnb dopo il rifiuto da parte di quest’ultimo di versare gli anticipi previsti dalla legge perché non in grado di identificare gli host coinvolti dalla norma. La cedolare secca sugli affitti turistici è stata introdotta quest’estate per far emergere le transazioni in nero di coloro che affittano casa non per professione. Ma Airbnb si è sempre rifiutata di riscuoterla e ha ricorso alle vie legali.
Sulla questione della cedolare secca per affitti brevi e sostituti di imposta, secondo Agostino Ingenito, presidente nazionale Aigo Confesercenti, “i consumatori non devono essere presi come alibi o utilizzati come armi alla bisogna, ma deve essere garantita una parity equity che tenga conto di regole chiare. Regole che stabiliscano diritti e doveri di ota, gestori immobili ed attività ricettive, tutelando le esigenze del consumatore e garantendo pari dignità attraverso una tassazione equa per tutti”. “Avevamo posto i nostri dubbi sulla modalità con la quale si era inteso imporre la cedolare secca sugli affitti brevi – aggiunge – prevedendo l’istituto del sostituto di imposta alle piattaforme online. E’ ormai chiaro, però, che il tema debba essere affrontato a livello europeo. L’imposta prevista nella finanziaria dava un primo segnale dello Stato verso l’abusivismo ricettivo, ma è evidente che il fenomeno debba essere ulteriormente monitorato”.
Dello stesso avviso anche il ministro Dario Franceschini: “E’ urgente regolamentare le forme di ricettività come Airbnb e in generale l’ospitalità nelle case”. E’ un tipo di ospitalità “esperienziale” – spiega – su cui l’Italia deve puntare anche perché “il vivere all’italiana” è uno dei brand più forti del mondo. Deve restare quel tipo di offerta ma va regolamentata e vanno posti dei limiti. Un conto è che io offro una camera della mia casa, oppure un appartamento vuoto e un conto è che io compri 20 case e li trasformo tutti in Airbnb. Quella diventa una concorrenza sleale nei confronti degli alberghi e diventa un’attività diversa. Dobbiamo lavorarci”.