Continua l’odissea delle navi da crociera nei mari di tutto il mondo

Costa Victoria ha attraccato al porto di Civitavecchia nonostante le proteste del sindaco Ernesto Tedesco che per aggirare il problema ha fatto isolare il porto dai vigili urbani. “Per la città non devono girare turisti con le valigie o creare affollamenti” ha spiegato il sindaco.
La nave da crociera era stata già respinta da Venezia e Trieste, ed era entrata nel Tirreno alla ricerca di un molo dove far sbarcare, in sicurezza, i suoi circa 1400 passeggeri. La nave era partita da Dubai lo scorso 7 marzo, poi la compagnia ha sospeso tutte le crociere. “La città – spiega il sindaco – è in emergenza sanitaria, dovrebbero arrivare solo merci e generi alimentari e invece c’è la possibilità che attracchi un’altra nave da crociera, questa volta la Costa Diadema”.

Ma Civitavecchia non è l’unico porto del Tirreno che ha a che fare con navi che potrebbero essere a rischio. A Savona, infatti, è in banchina Costa Luminosa: il bilancio dei ricoverati scesi da questa nave è salito a 10, quando un membro dell’equipaggio è stato trasportato in ospedale. “Conclusa l’operazione – ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti – dobbiamo suddividere le persone su altre regioni. La Liguria sta affrontando 200 nuovi contagi al giorno: bastano poche persone per far vacillare un delicatissimo equilibrio”.

Ma c’è un’altra nave Costa in difficoltà: si tratta della ‘Magica’, al momento nel Mar dei Caraibi. La scorsa settimana sono sbarcati tutti i passeggeri, ma ci sono 88 membri dell’equipaggio con la febbre in isolamento: la madre di uno dei marittimi ha scritto un appello al ministro degli Esteri Luigi Di Maio perché intervenga per riportare a casa gli italiani a bordo.

“Costa Crociere – si legge in una nota della compagnia – sottolinea che la priorità della compagna è di riportare a casa tutti in assoluta sicurezza. Costa Crociere da giorni collabora con le autorità italiane e internazionali per arrivare a una soluzione nel più breve tempo possibile, valutando tutte le alternative, tra cui anche Cuba, ed attivando tutti i canali diplomatici, con l’obiettivo di trovare un porto dove sbarcare alcuni membri dell’equipaggio per cure mediche e riportarne una parte a casa tramite voli aerei, prima di eventualmente affrontare la traversata transatlantica verso l’Europa”. La situazione medica a bordo “è costantemente monitorata dal personale medico e le navi hanno ricevuto materiale medico aggiuntivo. I membri dell’equipaggio hanno cabine con balcone e room service. L’equipaggio riceve Internet gratuito per rimanere in contatto con i propri cari”. La compagnia ricorda che a causa del coronavirus diversi paesi dell’area a cui Costa Crociere aveva richiesto l’attracco hanno negato questa possibilità

“Con la nostra unità di crisi attiva 24 ore su 24 da ormai oltre quattro settimane senza sosta, stiamo mettendo in campo risorse e un enorme sforzo organizzativo. Ci muoviamo in uno scenario estremamente complesso a causa delle restrizioni adottate in tanti paesi che hanno chiuso le proprie frontiere, con una disponibilità limitata di voli aerei. Nonostante questo, siamo riusciti a rimpatriare migliaia di persone organizzando decine di voli charter. La sicurezza dei nostri ospiti, membri degli equipaggio e delle comunità locali ci guida in questo impegno, con la consapevolezza del nostro ruolo come unica compagnia di crociere a batter e con orgoglio la bandiera italiana e del contributo che le nostre attività forniscono all’economia locale e nazionale”, conclude Costa Crociere.

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