Contro le meduse gli stabilimenti mettono reti

Le meduse invadono il Mediterraneo. Spesso scelgono per la riproduzione il golfo di Pozzuoli, quello di Salerno o le Eolie per poi seguire il regime correntizio, e disperdersi ovunque. L’estate si apre con “una grande proliferazione della medusa Pelagia nel Mediterraneo occidentale, mentre in Alto Adriatico è tornata dopo quasi un secolo la Drymonema dalmatinum, la medusa più grande del Mediterraneo con un cappello di circa 80 cm” racconta Ferdinando Boero, biologo marino dell’Università del Salento e Cnr-Ismar. Ma quest’anno c’è una novità che arriva dall’uomo: dall’Elba alla Puglia gli stabilimenti si stanno attrezzando con reti anti-medusa.    

Lo studioso guarda con favore la risposta pratica attuata dagli imprenditori del turismo balneare, da Castellaneta Marina nel tarantino alle Eolie col progetto Med-Jellyrisk coordinato da Stefano Piraino dell’università del Salento. Tanto da auspicare “sia l’installazione di reti anti-medusa nelle spiagge libere, sia misure di sostegno, come avviene per le calamità naturali, a quegli esercenti degli stabilimenti che devono fare un investimento non irrilevante” per spegnere l’allarme dei bagnanti rispetto a queste specie marine urticanti. E se le crisi possono diventare opportunità, secondo Boero non andrebbe sottovalutata l’idea dell’avvio di un turismo per le meduse. “Sono specie non aggressive – spiega – e viste a debita distanza con una maschera uno spettacolo a mare aperto tra i più affascinanti: sono animali bellissimi”.  

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