Servirà anche il parere della Regione per interventi sulle infrastrutture negli aeroporti, come anche il parere della conferenza unificata con le Regioni per emanare la delibera del Cipe che stabilisce l’ammontare dei diritti aeroportuali. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che, con la sentenza n.51 del 2008, ha accolto i ricorsi presentati dalle Regioni Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Sicilia e Campania e ha dichiarato la illegittimità costituzionale di alcuni articoli del decreto legge 203 del 2005, convertito dalla legge 248 del 2005. Nella sentenza i giudici costituzionali, a proposito delle tariffe fissate dal Cipe, affermano che la disciplina in esame si pone alla confluenza di un insieme di materie, tra cui le competenze regionali e quelle statali, e che è necessaria l’applicazione di uno dei moduli di concertazione tra organi statali e regionali. E "il principale strumento che consente alle Regioni di avere un ruolo nella determinazione del contenuto di alcuni atti legislativi statali che incidono su materie di competenza regionale è costituito dal sistema della Conferenze". Per quanto riguarda poi la redazione dei piani di interventi nella infrastrutture che interessano gli aeroporti, la Consulta ricorda che per il rilascio della concessione per la gestione degli aeroporti, il codice della navigazione prevede che sia sentita la regione interessata. Si tratta di una "concorrenza di competenze" e la Corte sottolinea che la Costituzione quando non vi è la sicura prevalenza di un sistema rispetto ad un latro, si deve ricorrere alla "leale collaborazione", con il coinvolgimento delle Regioni.