La Corte europea ha bocciato la proroga automatica decisa dall’Italia per le concessioni demaniali marittime e lacustri fino al 31 dicembre 2020. I giudici hanno infatti sentenziato che il diritto dell’Unione è contrario alla proroga automatica in assenza di gare, in particolare per le strutture con “interesse transfrontaliero certo”.
Con questa sentenza, la Corte rileva che in punto di diritto spetta ai giudici italiani verificare se le concessioni italiane debbano essere oggetto di un numero limitato di autorizzazione per via della scarsità delle risorse naturali, che è la fattispecie in cui si applica l’articolo 12 della direttiva servizi. In questo caso la Corte ha precisato che il rilascio delle autorizzazioni per lo sfruttamento economico delle spiagge “deve essere oggetto a una procedura di selezione tra i potenziali candidati, che deve presentare tutte le garanzie di imparzialità e trasparenza, in particolare un’adeguata pubblicità”.
“Dal punto di vista tecnico nei prossimi giorni faremo ulteriori approfondimenti sulla sentenza – affermano Riccardo Borgo, presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio, e Vincenzo Lardinelli, presidente della Fiba-Confesercenti -. Da subito però possiamo affermare come sia giunto il momento per l’Italia di dotarsi di una seria legge di riforma dell’uso del demanio. In questi giorni al Parlamento se ne stanno gettando i principi fondanti attraverso una delega al Governo”.
“Chiediamo a Governo e Parlamento di rivolgere attenzione prioritaria alle esigenze delle imprese e delle località balneari”, gli fa eco Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. “Abbiamo inoltre chiesto -conclude – una tutela speciale per le concessioni demaniali che sono strettamente collegate ad imprese che operano su suolo non demaniale: privare un albergo della possibilità di accesso alla propria spiaggia significa condannarlo a morte sicura, con pesanti contraccolpi negativi per l’economia del territorio e per l’occupazione”.
Deluso Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia Federturismo Confindustria. “Certamente il risultato non è quello che ci aspettavamo perché oggi abbiamo la dimostrazione certificata che esiste una Europa con sfaccettature diverse, che riserva trattamenti differenti. Quello che sta avvenendo in Italia per le concessioni demaniali ai fini turistico ricreativi è una ‘Suprema Ingiustizia’ perché è ormai noto che le concessioni in Spagna o in Portogallo hanno ottenuto trattamenti completamente diversi e sono state tutelate dai rispettivi Governi con norme a tutela del valore economico e occupazionale che queste rappresentano. Finora ero convinto che a decretare la fine di una azienda fossero le leggi di mercato e la capacità imprenditoriale – conclude Licordari – Oggi invece centinaia di migliaia di posti di lavoro sono a rischio perché lo affermano giudici provenienti da chissà quale Paese con un nome anche impronunciabile. Ci attendiamo perciò una forte azione di tipo politico visto che quella giudiziale è naufragata miseramente”.