Costa Crociere ha patteggiato una condanna al pagamento di un milione di euro per il naufragio della nave Costa Concordia all'Isola del Giglio. Esce così dal processo che si prefigurerà con l'udienza preliminare al via il prossimo 15 aprile. Appuntamento dove, però, Costa chiederà di essere parte civile per il danno della perdita della nave. Intanto, Costa Crociere ha patteggiato l'accusa per responsabilità amministrativa dipendente da reati commessi da suoi dipendenti, l'omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime aggravati da inosservanza delle norme infortunistiche. Reati compiuti nelle fasi drammatiche del naufragio del 13 gennaio 2012, che fece 32 vittime più decine e decine di feriti e danni materiali enormi tra cui l'affondamento della nave. La pena di 1 milione di euro è frutto di un calcolo basato su tabelle di legge. La somma sarà incamerata dall'erario.
Solo verso la fine dell'inchiesta, ormai a dicembre 2012, la procura di Grosseto si orientò per indagare la Costa ai sensi della legge 231. Poi, ha ricostruito l'avvocato Marco De Luca, difensore di Costa "tra dicembre e gennaio abbiamo maturato la richiesta di patteggiare e ne abbiamo discusso con la procura, che ha dato il suo consenso". Il gip ha quindi accolto l'istanza di applicazione della pena richiesta dalle parti. Costa spa, grazie all'opzione del rito alternativo, non sarà imputabile nel processo.
Ma è tutta da vedere la partita dei risarcimenti. Sul piano civilistico, viene spiegato, potrebbero aprirsi le cause dei passeggeri e dei dipendenti che non hanno accettato le proposte di 'compensazione' del danno fatte dalla compagnia. Chi accetta l'offerta di Costa, infatti, chiude qualsiasi possibilità di adire vie legali. Inoltre, negli Usa, come ricorda il Codacons, sono in piedi cause risarcitorie aperte da naufraghi americani contro la capogruppo Carnival e Costa.