Covid e viaggi: c’è chi riapre, ma Pechino cancella voli

Una pandemia dai dati in chiaroscuro per chi vuole viaggiare. Sono numeri che, a seconda delle latitudini del mondo, fanno sperare o fanno alzare le mani in segno di resa quelli legati al Coronavirus delle ultime ore. Se da un lato ci sono paesi che riaprono le frontiere alla ricerca di una parvenza di normalità e per rivitalizzare il turismo, dall’altro c’è chi chiude, ricreando piccoli lockdown e scoraggiando i viaggiatori.

Anzitutto bisogna partire dal dato più brutto che si riassume nel numero 5 milioni. Tante sono a oggi le vittime certificate del Covid nel mondo. Basta esplorare il globo con la lente per capire che le notizie in arrivo cambiano di nazione in nazione e di continente in continente. Da un lato Italia, Inghilterra e Grecia vedono un aumento dei nuovi casi, in particolare tra chi non si è vaccinato e nel target under 12. Dall’altro c’è l’Australia, che dopo 600 giorni ha riaperto le sue frontiere, permettendo così ad amici e parenti di riabbracciarsi dopo quasi due anni di lockdown interno durissimo, che non ha sviluppato una chiara politica sui vaccini, anche se accoglie solo persone vaccinate con due dosi.

E la Cina? Lì dove la pandemia è nata si blinda il parco Disneyland a Shanghai per un solo contagio, con lo screening di 40 mila persone, risultate fortunatamente tutte negative. Intanto, Pechino oggi ha dimezzato i voli. Secondo il sito di monitoraggio dell’industria aeronautica VariFlight, circa la metà dei voli da e per i due aeroporti della capitale sono stati cancellati. Le autorità di Pechino sono in allerta dopo che una manciata di infezioni locali emerse nel fine settimana ha fatto temere un rischio di contagio molto più concreto. La commissione sanitaria ha chiarito che i residenti che avevano lasciato la città per viaggi d’affari o di piacere in aree con casi confermati dovrebbero “rinviare” il ritorno, causando malcontento sui social media.

Secondo i dati della Johns Hopkins University, che ormai da due anni tiene i conti della diffusione del coronavirus nel mondo, i morti sono 5.003.021 e i casi 246.889.661, con gli Stati Uniti tristi capofila sia per quanto riguarda le vittime, oltre 746 mila, sia per quanto riguarda i contagi che hanno superato i 45 milioni di americani.

Guardando all’Europa, come detto sopra, preoccupa la Grecia con i suoi quasi 5.500 contagiati in un giorno, che in una popolazione da 11 milioni di abitanti è tantissimo. L’esecutivo del Pireo è incolpato sia di non essere incisivo sulla campagna vaccinale – limitata al momento a una copertura del 60 per cento della popolazione – che di non obbligare la popolazione all’uso della mascherina. Insomma, il modello resta quello inglese della “convivenza con il virus”.

Spostandoci in Asia, da oggi i turisti vaccinati di 60 pesi nel mondo possono tornare a visitare la Thailandia che riapre le frontiere dopo 18 mesi di restrizioni anti Covid. I turisti così non dovranno sottoporsi alla quarantena in hotel. L’obiettivo è riconquistare 15 milioni di turisti e un giro d’affari da oltre 30 miliardi di dollari. Una inerzia rispetto ai fati pre-pandemia, che vedevano passare dal paese asiatico 40 milioni di turisti l’anno. Ma è pur sempre un inizio. Occhio sempre a tenere la mascherina addosso, visto che solo il 42% della popolazione è vaccinato e i dati dei contagi quotidiani viaggiano intorno a 10 mila unità.

Buone notizie anche dal continente sudamericano e in particolare dall’Argentina dove, con l’arrivo di un volo della compagnia colombiana Avianca, proveniente da Bogotà si è ufficializzata la riapertura del paese ai cittadini da tutto il mondo. Una scelta figlia del miglioramento generale delle statistiche sulla pandemia da Covid 19. E se a ottobre si era in verità già aperto ai turisti dei paesi limitrofi, adesso tocca a tutti gli altri. dopo quasi un anno e mezzo di chiusura di porti, aeroporti e transiti di frontiera terrestre. I vaccinati qui sono con almeno una dose oltre 34 milioni di abitanti – su un totale di 46 milioni – e con due dosi quasi 26 milioni. Il ministero della Salute ha comunque indicato che i turisti che desiderano visitare l’Argentina devono soddisfare alcuni requisiti di base: dimostrare di avere un programma di vaccinazione completo, essersi sottoposti ad un test molecolare entro le ultime 72 ore prima del viaggio e aver firmato una ichiarazione giurata elettronica. Successivamente ai viaggiatori verrà richiesto di sottoporsi ad un nuovo test molecolare fra il quinto e il settimo giorno dopo l’arrivo. Insomma, prudenza sempre.

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