Sospiro di sollievo per i lavoratori di Alitalia, cui vengono garantiti gli stipendi di aprile. A renderlo possibile, la decisione del governo di stanziare 50 milioni per salvare le retribuzioni messe a rischio dalle casse vuote della vecchia compagnia. L’intervento è previsto da un articolo del decreto Covid che di fatto ‘anticipa’ una parte dei ristori già stanziati col decreto rilancio per i mancati guadagni relativi al 2020 (dei 350 milioni complessivi destinati ad Alitalia, finora l’Ue ha autorizzato aiuti per circa 297 milioni, quindi ne resterebbero disponibili ancora 53). Considerato che ogni mese Alitalia spende circa 18 milioni per le buste paga dei dipendenti (11 milioni per le retribuzioni e 7 di imposte e contributi), l’ossigeno potrebbe servire per arrivare forse fino a maggio.
Sulla misura però, Bruxelles fa capire di non aver gradito. “Abbiamo appreso dalla stampa il pagamento degli stipendi” di Alitalia da parte del governo italiano e “non abbiamo commenti specifici a riguardo”, è la reazione di una portavoce dell’esecutivo Ue. Spetta agli Stati membri, puntualizza, “valutare se una misura comporta aiuti di Stato che devono essere notificati alla Commissione”. Parole che suscitano la reazione del ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, per il quale vanno anteposte le priorità dell’Italia, rispetto a qualsiasi regola: “In base all’articolo 1 della Costituzione chi lavora deve essere pagato”. Il clima tra Roma e Bruxelles resta quindi teso.
La mossa dell’esecutivo, poi, manda su tutte le furie Confindustria, che avrebbe preferito vedere quelle risorse dirottate sul manifatturiero. “Invece di destinare ancora una volta ingenti risorse ad Alitalia, il Governo dovrebbe puntare sull’industria – dice il vice presidente Emanuele Orsini – l’unica ad aver reagito ai colpi della crisi e che continua a sostenere il Paese”. Contrario anche il Codacons, che fa istanza all’Ue per accertare se si tratti di aiuto di Stato.