Dall’Egitto a Zanzibar è caos per il rimpatrio dei turisti ucraini

Dopo che l’Ucraina ha chiuso i propri spazi aerei a seguito dell’invasione russa, è caos per il rimpatrio dei turisti ucraini. Ad esempio, circa 3 mila turisti ucraini sono bloccati nella Repubblica Dominicana. “Gli ucraini (bloccati) ora hanno bisogno dell’aiuto della Repubblica Dominicana, hanno bisogno di soldi, hanno bisogno di vestiti, hanno bisogno di molte cose”, ha detto la console onoraria ucraina, Ilona Oleksandrivna, durante una conferenza stampa a Santo Domingo. Circa 1.200 di loro sono stati cacciati dagli hotel perché non avevano i soldi per prolungare il loro soggiorno, ha aggiunto.

Anche la Tanzania ha detto che si occuperà delle centinaia di turisti ucraini bloccati a Zanzibar dopo che il loro Paese ha chiuso i propri spazi aerei a seguito dell’invasione russa. Sono quasi mille i turisti ucraini che soggiornano nei vari alberghi dell’arcipelago, regione semi-autonoma tanzaniana, come ha riferito la ministra del Turismo di Zanzibar, Lela Mohammed Mussa. “La prima cosa fatta è assicurarci che rimangano dove sono, anche se il loro tempo di partire è arrivato”, ha detto Mussa. “Li lasciamo negli hotel, e sono serviti in qualità di esseri umani”, ha aggiunto. I turisti presenti a Zanzibar saranno assistiti e “forniti di tutti i servizi e i comfort, rimanendo gratuitamente”, ha precisato la ministra. Ci sono programmi in corso per evacuare i visitatori – alcuni dei quali sono ospitati in un albergo gestito da una persona di nazionalità russa – in Paesi come la Polonia, ha aggiunto.

Analogo problema in Egitto dove secondo l’incaricato d’affari dell’ambasciata ucraina in Egitto, Ruslan Nechai, sono 16mila i turisti ucraini bloccati a Sharm el Sheikh, Hurghada e Marsa Alam, le tre maggiori stazioni balneari egiziane sul Mar Rosso. Il costo giornaliero creato dai turisti ucraini bloccati in località turistiche egiziane è “tra le 50 e le 100 mila sterline”, quindi fra 2.850 e i 5.700 euro, per ogni struttura alberghiera.

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