Danni ingenti per gli hotel a Venezia mentre i turisti scattano selfie

Venezia sott’acqua vuol dire ferire un incommensurabile patrimonio dell’umanità ma vuole anche dire danni enormi a una delle mete più visitate e amate d’Italia. E sotto l’acqua alta e il forte vento ci sono anche interi piani di strutture ricettive e di ristorazione, caffè e locali storici. Ma i turisti non si fermano e continuano ad avventurarsi per le calli ricoperte d’acqua e a San Marco, scattando forsennatamente foto e selfie.

“Stiamo contando i danni, si aspettava l’acqua alta – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – ma non di certo a questi livelli. Poi c’è stata anche una bora molto forte che ha aumentato il problema. Dal 1966 non si raggiungevano certi livelli. Ma bisogna dire che Venezia è una città delicata e sensibile a determinati problemi atmosferici. È una città sull’acqua, non è certo una frana che cade su un paese dove non si aspettava proprio”. Il presidente di Federalberghi spiega come ora sia determinante prendere velocemente provvedimenti e comunicarli all’esterno. “Certo chi guarda le immagini dei telegiornali oggi – sottolinea – non ha voglia di venire a Venezia per Natale… se non saranno fatti degli interventi. Ora l’acqua – aggiunge – sta scendendo e bisognerà capire l’entità dei danni al patrimonio, alle strutture abitative a quelle ricettive. Dal punto di vista turistico a Venezia stiamo entrando in bassa stagione, se fosse successo a maggio o a Natale sarebbe stato un vero disastro ma è una città sempre piena di turisti e abbiamo già la certezza di cancellazioni e calo di prenotazioni”.

Marco Michielli, presidente di Confturismo e Federalberghi Veneto, nonché vicepresidente nazionale di entrambe le federazioni, parla anche del Mose che “dovrebbe essere operativo in Laguna da 10 anni”. “Ho scarsissima fiducia che possa funzionare – dice – ma spero di sbagliarmi e sono pronto a rimangiarmi quello che ho detto e anche a scusarmi. Ma devono dimostrare velocemente che funziona, collaudandolo nel giro di pochi mesi. Venezia – continua – ha un duplice problema: la subsidenza, e cioè il fatto che la città sprofonda, si sta abbassando, e il mare il cui livello si sta alzando. Quindi se il Mose funziona dobbiamo saperlo prestissimo, altrimenti dobbiamo trovare subito altri progetti alternativi. Senza contare i danni su tutta la costa da Bibione, “macellata” dal maltempo, a Jesolo e Chioggia”.

Gli fa eco Claudio Scarpa, presidente dell’Associazione veneziana albergatori: “E’ una devastazione: i danni sono ingentissimi e purtroppo non è finita qui. Stanno continuando le alte maree ed essendo saltati i quadri elettrici gli hotel non hanno nemmeno più le pompe disponibili per far uscire l’acqua”.

 

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