Il Senato ha approvato il disegno di legge per la concorrenza ed il mercato, che – all’articolo 61 – sancisce l’abrogazione dell’obbligo di parity rate. “Quando la norma concluderà il proprio iter – si legge in una nota di Federalberghi – i grandi portali di prenotazione alberghiera non potranno più impedire agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali stessi. Da questa norma – prosegue la nota – trarranno giovamento i consumatori (che beneficeranno di prezzi migliori), le imprese (che potranno aumentare le vendite dirette) e l’erario (recuperando imposte che oggi vengono dirottate all’estero)”.
Federalberghi ricorda che poi che una recente indagine della Commissione Europea ha dimostrato che nei paesi in cui è stata vietata la parity, il tasso di conversione delle online travel agencies non è diminuito, a conferma del fatto che la concorrenza fa bene a tutto il mercato.
“Due anni fa – commenta la Federazione – grazie alla segnalazione che Federalberghi presentò all’Autorità Antitrust, si mossero i primi passi. Ma, mentre l’Italia procede al piccolo trotto, i competitor galoppano. Nel 2015, le clausole di parity erano vietate solo in Germania. Poi si sono aggiunte la Francia, l’Austria e la Turchia. Anche la Svizzera è a buon punto. Dunque, confidiamo – conclude la nota – che la Camera dei Deputati provveda in tempi brevi all’approvazione definitiva della legge, ribadendo il voto favorevole espresso il 7 ottobre 2015. Si tratta di un passaggio necessario per colmare il divario che ci separa da alcuni dei nostri principali competitor”.