Draghi vara misure eccezionali contro carovita: in arrivo 14 mld

Famiglie e imprese sono sempre più in difficoltà e contro il carovita il governo Draghi decide di mettere in campo “strumenti eccezionali”. Quattordici miliardi di aiuti, che si aggiungono ai venti già stanziati finora, per cercare di frenare gli effetti dell’aumento dei prezzi in “larghissima” parte causato dalla crisi energetica. E così, oltre alla proroga del taglio delle accise sui carburanti, arriva anche un bonus da 200 euro per alleggerire i redditi fino a 35 mila euro. Una misura su cui il pressing dei partiti, in particolare Pd e M5s, è stato crescente e che verrà finanziata con l’incremento della tassa sugli extraprofitti delle grandi aziende energetiche: salirà dal 10 al 25%. Verrà esteso anche alle Partite Iva.

Oltre alla conferma del taglio di 30 centesimi delle accise sui carburanti, che durerà fino all’8 luglio e che si estende anche al metano, arriva poi uno sconto per gli abbonamenti ai trasporti: è dedicato in particolare agli studenti e ai lavoratori.

Per le imprese ci sarà un’estensione del credito di imposta per le energivore, ed arriva anche un fondo da circa 200 milioni di euro che erogherà aiuti a fondo perduto alle aziende con forti interscambi con le aree coinvolte nella guerra (Russia, Ucraina e Bielorussia). Avranno una ‘corsia rapida’, grazie a una serie di semplificazioni, quelle che effettueranno investimenti oltre i 50 milioni di euro in produzioni strategiche. Il Governo interviene anche per far fronte alle difficoltà delle imprese che hanno preso appalti pubblici e che si trovano ad affrontare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici: vengono stanziati tre miliardi. Le Regioni entro il 31 luglio devono procedere ad un aggiornamento durante l’anno dei prezzari, e i maggiori importi che derivano dall’applicazione dei nuovi prezzari sono riconosciuti dalla stazione appaltante nella misura del 90%.

Inoltre, a sostegno degli obiettivi del Pnrr arriva un fondo da 600 milioni di euro per le grandi città. Sul fronte energia arriva poi l’attesa semplificazione dei procedimenti di autorizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, e ci sarà una deroga di almeno sei mesi per massimizzare l’utilizzo delle centrali a carbone, senza rinunciare al percorso di decarbonizzazione, una volta venuta meno l’emergenza.

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