Enit privata? Venturini (Tci) lancia la proposta

“Il modello andava bene trenta anni fa, ora copiare Francia e Spagna”

Privatizzare l’Enit per rilanciare il settore. E’ la tesi del direttore generale del Touring Club Italiano, Guido Venturini, che tra l’altro, ha già riscontrato l’interesse della commissione Attività produttive della Camera, presieduta da Daniele Capezzone, davanti alla quale Venturini ha svolto un’audizione. "La ristrutturazione dell’Enit – spiega Venturini – ha comportato finora il rifinanziamento dell’Ente e una nuova governance da parte delle Regioni, del Dipartimento del turismo e delle federazioni che raggruppano gli operatori. Fin qui tutto bene, ma l’Enit è rimasto un soggetto di diritto pubblico, con una impalcatura che, se andava bene fino a trenta anni fa, non è più adeguata oggi. Il turismo italiano ha infatti bisogno di un modello organizzativo snello e flessibile, come quelli francese e spagnolo. D’altra parte, nel momento in cui si parla di privatizzare Alitalia e le Ferrovie perché non privatizzare l’Enit?". Secondo Venturini, si potrebbe pensare alla privatizzazione "creando un fondo di rotazione che poi dovrebbe esaurirsi, oppure ipotizzando finanziamenti delle Regioni, o dalle Camere di Commercio o ancora dalle Fiere, o ancora far diventare l’Enit un soggetto misto, pubblico-privato", l’importante, spiega, "non è il come, almeno in un primo momento, ma capire se c’é la volontà di condividere un progetto del genere”.
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