Estate di crescita per il turismo in Italia. E saranno soprattutto gli italiani a trainare l’aumento, seguiti dai turisti stranieri, con effetti positivi anche sul fatturato delle imprese. In leggera espansione la propensione dei nostri connazionali a fare vacanza all’estero, che comunque rivolgeranno il proprio interesse soprattutto verso mete vicine a casa e saranno attenti al rapporto qualità-prezzo delle offerte. Queste le aspettative degli operatori del settore emerse dall’ultima indagine congiunturale del CISET-Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, presso un campione rappresentativo di imprese turistiche italiane.
Secondo gli intervistati, tra maggio e ottobre 2016 gli arrivi dei turisti stranieri in Italia dovrebbero aumentare del +1,8%, mentre le presenze del +1,6% rispetto all’estate 2015. Crescita più consistente per il turismo domestico: +2% per i flussi e +1,5% per le notti. Positiva anche l’evoluzione del fatturato del turismo in Italia: +0,7%, trainato dalla crescita della spesa dei turisti stranieri, ma anche da una maggiore disponibilità a spenderei da parte degli italiani.
La Germania sarà il cliente top dell’estate 2016, seguita da Francia e Regno Unito, mentre in tendenziale rallentamento gli arrivi da Usa e Giappone. E saranno il Sud Italia e le Isole le mete preferite dell’estate 2016 mentre tra i prodotti turistici più gettonati ci sono l’agriturismo e il turismo verde, seguiti dal turismo culturale e d’arte e dal turismo fitness e benessere. Nel gruppo dei top4 anche il turismo balneare, che dalla scorsa stagione è ritornato in auge, sopravanzando le crociere.
Per gli Italiani che invece faranno una vacanza all’estero le destinazioni preferite saranno, quelle europee a breve-media distanza, localizzate prevalentemente in Sud ed Est Europa (Spagna e isole, Grecia e isole, ma anche Croazia e Slovenia). In leggera crescita anche il Nord Europa (Regno Unito e Scandinavia) e le Americhe, così come l’Asia Nord-Orientale, in particolare la Thailandia. Pressoché stabile l’Europa centrale, mentre in tendenziale flessione il resto dell’Asia e l’Oceania. Si conferma, infine, la forte contrazione della domanda verso la sponda africana del Mediterraneo e il Medio Oriente.