Forse laptop-bomba squarciò l’aereo somalo

Sarebbe stato un computer portatile contenente una bomba a provocare l’esplosione che martedì scorso ha squarciato la fusoliera di un Airbus A-321 delle linee aeree somale Daallo Airlines, obbligando il pilota a tornare all’ aeroporto di Mogadiscio da dov’era decollato 15 minuti prima. Lo rivelano fonti informate vicine all’inchiesta citate da Cnn. Gli inquirenti sono quasi certi che l’attentatore fosse l’uomo anziano volato fuori dallo squarcio, che è stato identificato e sul quale s’indaga per capire se legato all’organizzazione integralista islamica Al Shabaab.

Secondo gli investigatori, l’uomo – che è l’unica vittima del fallito attentato – sapeva esattamente dove sedersi e aveva scelto infatti un posto sopra l’ala destra, consapevole che la deflagrazione – forse erroneamente innescata in anticipo – avrebbe potuto provocare la distruzione dell’aereo in volo se si fosse trovato ad alta quota e l’esplosione dei serbatoi alari pieni di kerosene. Il danno è stato contenuto perché l’Airbus, decollato da poco e diretto a Gibuti, si trovava ancora a poco più di 3.000 metri di altitudine.

Inoltre, in un video girato dalle telecamere dell’aeroporto somalo, si vede un addetto aeroportuale che prende il portatile e lo porge a un altro dipendente. I due consegnano poi il computer all’uomo che è morto successivamente nell’esplosione sull’aereo. Entrambi gli addetti aeroportuali sono stati arrestati.  

Inizialmente, le autorità della Somalia, per voce del ministro dei trasporti, Ali Jama Jangeli, avevano escluso che si fosse trattato di un attentato, parlando di “problema tecnico”, cioè dell’esplosione accidentale di una delle bombole di ossigeno  he alimentano le maschere d’emergenza.   

 

 

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