La necessità di un contratto nazionale ferroviario è "fuori discussione" ma la modifica introdotta dalla manovra, che prevede che tutte le imprese debbano osservare contratti collettivi nazionali, "presenta profili critici sotto il profilo concorrenziale". Lo si legge in una segnalazione dell'Antitrust, secondo cui "l'imposizione a tutte le imprese ferroviarie del Ccnl si tradurrebbe in un accrescimento significativo dei costi di produzione per le imprese concorrenti di Trenitalia, specialmente per quelle che sono entrate nel mercato a seguito della liberalizzazione ed hanno organizzato le proprie relazioni industriali non prevedendo l'applicazione di tale contratto".
Secondo l'Antitrust, "la questione assume dunque particolare rilievo sia per i nuovi entranti nel trasporto passeggeri a media/lunga percorrenza e ad alta velocità, che per i numerosi e qualificati operatori in concorrenza con l'ex-monopolista già presenti nel trasporto ferroviario merci".