Gardaland nega accesso attrazioni a due disabili

Ma il parco si difende: ingresso subordinato al rispetto di alcune limitazioni

Prima una bimba di otto anni, poi una donna di 36, entrambe affette dalla sindrome di down: Gardaland diventa un 'caso' dopo il rifiuto all'accesso a due attrazioni del Parco divertimenti.  A raccontare per primo l'esperienza è Aldo Aceto, che ha tentato di far salire la figlia sulla Monorotaia, un trenino sul quale peraltro la piccola era già salita qualche ora prima. Il diniego a salire sulla giostra é stato motivato con l'applicazione di una norma che inibisce l'uso di attrazioni agli ospiti che potrebbero manifestare vertigini o reazioni incontrollate. Mentre Aceto preannunciava una denuncia nei confronti di Gardaland per violenza privata e truffa, una seconda segnalazione è venuta dal padre di una donna down di 36 anni, che aveva visitato il Parco giovedì scorso. Oltre alla Monorotaia, alla giovane è stato impedito l'accesso all'Ortobruco. Per entrambi gli episodi, i dirigenti di Gardaland danno la stessa motivazione: l'accesso alle singole attrazioni "é subordinato al rispetto di alcune limitazioni, variabili in funzione della tipologia di attrazione e delle misure di sicurezza disposte dal construttore, vincolanti in base ad età, altezza o disabilità". Nel ricordare la particolare attenzione ai diritti degli ospiti disabili, il Parco precisa in particolare che la Monorotaia, pur essendo una delle attrazioni più tranquille "é pur sempre un trenino sopraelevato che viaggia a cinque metri d'altezza, per questo la sua fruizione non è consentita a tutti".

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