Il cicloturismo è un affaire da grandi numeri in Europa. Esattamente secondo lo studio The European House – Ambrosetti del 2014 “Il valore delle due ruote” nel 2012 l’impatto economico è stato di 44 miliardi con oltre 2 milioni di viaggi e 20 milioni di pernottamenti. Nello stesso periodo in Germania, patria del maggior numero di cicloturisti, ha prodotto 9 miliardi di fatturato e in Francia, che è la più importante destinazione per i tour operator specializzati in cicloturismo, oltre 2 miliardi. In Italia il valore potenziale del ciclosturismo è stimabile in circa 3,2 miliardi.
Anche l’Enit di recente si è interessata al turismo su due ruote coinvolgendo le proprie sedi europee: lo standard delle piste ciclabili in Italia è adeguato solo in alcune regioni (Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ma anche Sicilia e soprattutto Sardegna). E dei cicloturisti che trascorrono le loro vacanze in Italia il 39% italiano e il 61% è straniero (soprattutto tedeschi, austriaci, francesi, britannici, americani e australiani). I cicloturisti solitamente cercano standard e livelli di confort medio alti: in generale optano per strutture da 3 stelle in su e preferiscono consumare prodotti di agricoltura biologica preparati secondo le tradizioni locali. Tra le necessità più pressanti dei cicloturisti ci sono i locali chiusi per il ricovero e la sistemazione del mezzo, la presenza di personale competente, la presenza di postazioni web e di trasporti pubblici efficienti.