Il Covid ha di fatto bloccato l’anno delle Ferrovie Turistiche. AMoDo, Alleanza Mobilità Dolce, la rete di oltre 40 associazioni unite per promuovere la mobilità più sostenibile, insieme a FIFTM e Fondazione Pozzo, rilancia il progetto e chiede al Governo maggior attenzione ad un settore che consente di promuovere il turismo slow, integrato con altre forme di mobilità dolce come cammini e bicicletta, nei territori italiani e quindi la loro ripartenza economica. Questo è lo scenario che viene fuori dal webinar “Treni turistici e ferrovie locali: la mobilità dolce per una ripartenza green”.
“Purtroppo – sottolinea Stefano Maggi, presidente della Fondazione Pozzo – il Covid ha bloccato tutto, perciò dobbiamo lavorare per il 2021, puntando a mantenere alta l’attenzione del Governo sul tema, per il Piano di Spesa Recovery Fund e il nuovo Contratto di programma di RFI, perché il trasporto ferroviario è essenziale per ridurre le missioni di gas serra come prescrive il Green Deal europeo”.
AMoDo, FIFTM e Fondazione Pozzo nel lungo termine, lanciano così la loro proposta all’esecutivo: linee e treni turistici devono essere riconosciuti come attività stabile delle ferrovie e vanno inseriti sia nel Contratto di programma tra ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e RFI, nei contratti tra regioni e Trenitalia, e l’individuazione di risorse proprie da destinare da parte delle amministrazioni regionali.
“Non mi piace parlare di ‘occasione’ davanti a 36 mila morti – precisa Lorenza Bonaccorsi sottosegretario del MIBACT – ma le difficoltà dovute alla pandemia hanno fatto emergere alcune negatività del nostro turismo e ci hanno indicato che forse il modello pre-Covid non era il più congeniale. Ad esempio, l’impatto eccessivo sulle zone più fragili del Paese come i centri storici. Dobbiamo perciò pensare ora ad un modello economico di turismo che vesta meglio sui nostri territori, sul nostro immenso patrimonio artistico. Non abbiamo bisogno di rincorrere modelli di altri Paesi”.
Luigi Cantamessa, Fondazione Fs, spiega a sua volta che l’estate ha visto una ripresa del traffico turistico ma non ancora sufficiente a coprire tutti i costi di gestione. Il problema secondo Cantamessa è anche nel rapporto tra Stato centrale e Regioni: “è lo Stato che deve riprendere la regia centrale del trasporto ferroviario turistico. Il quadro normativo invece deve tener presente cosa succede linea per linea, cosa accade in ogni Regione”. Infine, è emerso che il trasporto ferroviario deve essere la spina dorsale del trasporto a cui connettere, attraverso le stazioni, le altre modalità di mobilità dolce come cammini e ciclovie, il sistema di accoglienza e servire le aree interne e il turismo sostenibile.