Anche in tempi di crisi, gli italiani spendono sempre più in cultura: 71 miliardi di euro solo nel 2011. Una domanda che non sembra scemare, a giudicare dalle file dell'ultima Notte dei musei a Roma (250 mila visitatori) o dell'incremento degli ingressi ai musei statali (a Ferragosto +4,5% con +16% di introiti). Eppure gli investimenti pubblici calano vertiginosamente, con un bilancio del ministero dei Beni Culturali diminuito del 36% in dieci anni, passando dai 2 miliardi e 120 milioni di euro del 2001 a 1 miliardo 425 milioni previsti per il bilancio 2011. Sono i dati allarmanti che l'ottavo rapporto annuale di Federculture ha portato alla Camera dei Deputati.
"La cultura dà lavoro al 56% degli occupati italiani – ricorda Roberto Grossi, presidente di Federculture – Il turismo nella città d'arte è il 30% del totale". E, contro i tagli agli investimenti, cita i "350 milioni di euro spesi per costruire la Cupola di Santa Maria del Fiore" nel Quattrocento, "investimento di cui ancora beneficiamo". Lo sforzo da fare oggi per Grossi è capire come valorizzare, modernizzare e tutelare il nostro territorio, anche per evitare situazioni come "l'Auditorium de L'Aquila, ancora chiuso a fronte di 7 milioni di investimenti, o il Maxxi di Roma, commissariato a due anni dall'apertura, con 150 milioni di euro investiti. Cultura e sviluppo sono due facce della stessa medaglia", dice, elencando le proposte di Federculture: meno Stato nella gestione della cultura, incentivi al mecenatismo privato e ai giovani, promozione dei nostri monumenti e lotta al traffico di opere d'arte "il business più fiorente dopo la droga e il traffico di armi, dal quale l'Italia è il paese più colpito del mondo".