E' pronta a partire una nuova fase di ricerche per tentare di dare una spiegazione al disastro aereo del volo dell'Air France AF447, in volo da Rio a Parigi, che il 1 giugno del 2009 ha causato la morte di 228 persone. Lo ha deciso il ministero francese dei Trasporti dopo che la terza fase di ricerche dell'Airbus A330, che puntava a recuperare la scatola nera e il relitto principale dell'aereo, si è conclusa senza successo lo scorso 24 maggio.
Intanto in una nota indirizzata alla giustizia, Air France chiama in causa Airbus e Thales (società che produce componenti per l'industria aerospaziale) per aver ignorato le sue ripetute allerte sul malfunzionamento dei sensori Pitot. Il guasto di questi sensori di velocità è stato giudicato dagli inquirenti uno degli elementi all'origine dell'incidente. Dall'inchiesta era emerso che i sensori Pilot gelavano in volo, dando così informazioni sbagliate sulla velocità effettiva dell'apparecchio. Dopo il dramma, Air France aveva tra l'altro proceduto alla loro rapida sostituzione sugli aerei della sua flotta. Da parte sua, Airbus ha rinviato ai risultati dell'inchiesta, sottolineando che, senza le scatole nere, è impossibile stabilire le cause esatte dell'incidente. Questa nota ha però scatenato la reazione dell'associazione delle vittime del volo Rio-Parigi che giudica responsabile la compagnia perché, dicono, sapeva da tempo che il malfunzionamento dei sensori rappresentava un "rischio critico" per la sicurezza dei voli.