Calo fino al 5% delle prenotazioni per viaggi all’estero, soprattutto pacchetti. Ma questa volta la crisi non c’entra. La frenata è dovuta ai timori del contagio della cosiddetta nuova influenza A che – a detta di Paolo Mazzola, vicepresidente della Fiavet – “sta riguardando naturalmente l’outgoing, soprattutto Messico, Gran Bretagna e Stati Uniti dove la frenata si attesta intorno al 20%. E credo che se la situazione dovesse peggiorare anche nel nostro Paese, a quel punto l’incoming sarebbe compromesso, andando così a minare ulteriormente la situazione di tantissime aziende del settore che stentano ad andare avanti".
Leggermente più contenuto, secondo l’Astoi, il danno provocato dai timori per lo scoppio della pandemia. "Credo – spiega il presidente Roberto Corbella – che la flessione si attesti intorno al 3%. A livello di destinazioni la meta più penalizzata è naturalmente il Messico, anche se in questo caso il paradosso è che questo Paese sta nel frattempo superando l’emergenza influenza e dal prossimo inverno potrà di nuovo essere ‘appetibile’ sotto il profilo turistico".
Dello stesso avviso anche il presidente di Assotravel, Andrea Giannetti: "la paura del virus della nuova influenza A sta producendo un calo del 4% di prenotazioni; assai meglio rispetto al periodo iniziale del contagio, quando le cancellazioni, riguardanti in verità più situazioni individuali che pacchetti, erano arrivate anche al 15%". Giannetti ritiene però che la crisi internazionale contribuisce sicuramente più dell’influenza A “al calo del 30% di voli registrato in questo mese di luglio rispetto allo stesso periodo del 2008”.