Sono giovani, colti, tecnologici e ricchi. Viaggiano 12 mesi l’anno e l’Italia è uno dei Paesi in cima ai loro desideri anche perché, se non bastassero Colosseo e shopping di lusso, a Roma c’è la più grande moschea d’Europa. Ma lamentano l’assenza di servizi e pacchetti a loro dedicati, in particolar modo la possibilità mangiare cibo Halal e per questo snobbano il Belpaese e scelgono Francia, Germania, Spagna ma anche i paesi scandinavi.
L’identikit del “turista musulmano” emerge alla presentazione del progetto “Italia Bayti” (Italia casa mia) organizzato per sensibilizzare il Belpaese sull’accoglienza di questo target di clientela. Un segmento non trascurabile considerando che da 10 anni il turismo “muslim friendly” cresce del 5% annuo contro il 3,8% del turismo internazionale e che nel 2013 valeva nel mondo 126 miliardi di dollari (il 12.3 del totale della spesa del turismo nel mondo). Inoltre sono turisti che hanno una grande capacità di spesa, basta considerare che il turista saudita è quello che nel mondo spende di più in assoluto (dai 10 ai 100 mila euro l’anno) in viaggi e vacanze.
Le top destination sono Malesia, Turchia, Emirati seguite da Singapore, Russia, Cina, Francia, Thailandia e anche Italia, che però ha potenzialità veramente molto maggiori.
“Un mese fa a Granada – spiega Anna Maria Aisha Tiozzo, vicepresidente di Confassociazioni e presidente di Whad (World Halal Development) – c’è stato il primo congresso europeo sul turismo Halal. Hanno criteri molto stretti che prevedono strutture dedicate per i turisti musulmani (no alcol, cucina Halal, piscine e altri luoghi separati per uomini e donne, luoghi di preghiera, niente musica e tv): qui in Italia è una ‘mission impossible’ e i turisti nemmeno ce lo chiedono. Quello che lamentano è invece una serie di servizi per loro essenziali e un atteggiamento muslim friendly, su cui possiamo e dobbiamo fare molto di più. Per questo con Whad abbiamo istituito un programma di formazione e certificazione rivolto a tutto il mondo del turismo finalizzato al rating da parte di enti internazionali, che presenteremo anche alla Bit di Milano a febbraio 2015”.