La Libia ripristina traduzione in arabo sui passaporti

Bloccato l’ingresso ai 2700 passegegri della nave Msc ‘Musica’

I viaggiatori stranieri che vogliono entrare in Libia devono essere muniti di una traduzione in lingua araba del proprio passaporto. Così il paese nordafricano ripristina una norma in vigore dal 2005, ma spesso lasciata nel cassetto dalle autorità locali, giustificandola con il fatto che “l’ingresso di viaggiatori con passaporti in lingua straniera mette in crisi i funzionari ai posti di frontiera e negli aeroporti perché non conoscono la lingua in questione. Del resto l’Occidente ci impone di tradurre i nostri passaporti in inglese. Noi facciamo lo stesso". Intanto sono in corso una serie di riunioni del coordinamento delle ambasciate dei Paesi Ue in Libia per tentare di risolvere la questione dopo che la nave da crocera Msc ‘Musica’ non ha potuto far entrare i propri passeggeri (circa 2700 persone) a Tripoli. "Se non si trova una soluzione – spiega Alberto Corti, direttore di Astoi, l’Associazione che riunisce i maggiori tour operator italiani – la situazione non giocherà a favore del turismo in Libia: prima del 2005 non mancavano infatti i turisti che, a ridosso della data di partenza, e pur essendosi mossi con il dovuto anticipo, non avevano ancora ottenuto il visto. Per questo, quando nel 2005 la normativa che prevedeva la traduzione in arabo delle generalità sui passaporti è stata rimossa, abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo". Gli italiani che ogni anno vanno in Libia per motivi turistici sono almeno 10 mila, "ma il numero – precisa il direttore di Astoi – è in continuo aumento".  Intanto il sito della Farnesina www.viaggiaresicuri.it informa che “la traduzione in lingua araba dei dati anagrafici risultanti dal passaporto all’interno dello stesso libretto di norma è effettuata dalla Questura”.
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