I protagonisti del turismo insistono sulla necessità di un ritorno di un ministero ad hoc. Ad insistere più di altri è il sottosegretario al Turismo Michela Vittoria Brambilla, che anche ieri nel corso di un convegno organizzato dall’Osservatorio Parlamentare per il Turismo ha ribadito che "una programmazione seria in questo settore la si può fare soltanto con il ritorno del ministero del Turismo, come del resto ha fatto la Spagna – ha spiegato a titolo esemplificativo – che ha messo a punto una politica efficace adottando una strategia trasversale tra tanti dicasteri". Ma non basta. Lo stesso sottosegretario non ha mancato di ripetere come anche lo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi "già la settimana scorsa abbia riaffermato l’utilità della reintroduzione di un ministero del Turismo, come segno di attenzione e sostegno concreto a una scelta strategica utile per l’economia nazionale". Il ritorno del ministero del Turismo è stato caldeggiato anche dal presidente di Confturismo Bernabò Bocca. "In verità – ha spiegato con un certo orgoglio – questa richiesta è un nostro vecchio cavallo di battaglia. Presto – ha auspicato – mi piacerebbe che in consiglio dei ministri un solo ministro parlasse di turismo". Della stessa opinione anche il direttore generale della Fipe Edi Sommariva. Anche se, ha precisato, "l’ipotesi di un ministero può funzionare solo se sarà in grado di inventare un nuovo modello di turismo, fatto di servizi integrati, che rappresentano il vero tessuto connettivo del Paese". Più prudente il presidente dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo Pierluigi Mantini. "Non è chiaro se potrà essere istituito un ministero del Turismo – ha affermato – ma certo se si vuole invertire il trend negativo emerso dalla stagione turistica estiva e recuperare posizioni, occorre una più forte regia nazionale e ora i mezzi non ci sono".