L’agriturismo si adatta ai tempi e resiste alla pandemia

“Il Covid ha ridotto alla metà il valore della produzione dell’agriturismo, cioè si è passati da circa 1,56 miliardi a circa 800milioni di valore complessivo prodotto. E il numero degli agriturismi è rimasto lo stesso, circa 25mila, quindi anche il valore prodotto da ogni singolo agriturismo è passato da circa 63mila euro a circa 32mila euro”. Lo ha detto Fabio Del Bravo, dirigente dei servizi per lo sviluppo rurale dell’Ismea in occasione del convegno ‘Agriturismo e multifunzionalità. Scenario e prospettive future del settore’, organizzato da Ismea a Firenze.

Per quanto riguarda i pernottamenti, è stato spiegato, durante il Covid “si è fatto un passo indietro di dieci anni” con un calo del 34%. “È il minore arretramento tra tutte le forme di pernottamento in Italia – ha aggiunto Del Bravo -. È l’impatto minore registrato nei vari segmenti, perché i fattori di vantaggio competitivo degli agriturismi sono la connessione con l’attività agricola, la continuità operativa delle 25mila imprese, le dimensioni piccole quindi una gestione familiare, e la distribuzione capillare tutto il territorio”.

“Nonostante una crisi di liquidità senza precedenti, il settore ha mantenuto inalterato il suo tessuto imprenditoriale – ha detto il presidente di Ismea, Angelo Frascarelli al convegno organizzato a Firenze – e le prime stime del 2021 sono in netto aumento. Le aziende agrituristiche hanno dimostrato capacità di adattamento restando sul mercato grazie alla prevalenza dell’attività agricola, con la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti; hanno individuato spesso soluzioni innovative e sperimentato nuove proposte di ospitalità e servizi”.

Anche rispetto al forte calo subito dal turismo durante la pandemia, spiega poi Ismea in una nota, l’agriturismo è stato il comparto che ha saputo rispondere alle mutate esigenze, ricorrendo al mercato di prossimità e alla clientela fidelizzata. La tenuta della domanda interna infatti nel 2020, in termini di pernottamenti, ha registrato un calo del 2,7% su base annua.

“Nonostante la pandemia abbia ridotto in modo importante il fatturato di molte aziende – ha  aggiunto il sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio – l’agriturismo si è confermato come uno dei comparti più vivaci e dinamici dell’agricoltura italiana e del turismo, sia in termini di offerta che di potenzialità. Sono sempre stato convinto che il turismo legato ai nostri prodotti di eccellenza, come il vino e anche l’olio, e in generale al ricco patrimonio enogastronomico che rende unica l’Italia nel mondo, possa essere uno strumento per valorizzare ulteriormente i territori e contribuire a integrare il valore complessivo della nostra agricoltura anche nelle aree meno conosciute”.

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