Le Regioni invocano il patentino vaccinale per far ripartire il turismo

Per la ripresa dei viaggi ma anche per tornare in palestra, alla spa o a partecipare a convegni, le Regioni invocano un patentino vaccinale ai cittadini. L’ipotesi di accedere ad una serie di servizi dietro la presentazione del certificato di avvenuta somministrazione – e quindi lo stato di immunità – si fa largo tra alcuni presidenti delle Commissioni in seno alla Conferenza delle Regioni. E anche il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, alla luce della richiesta delle Regioni, presuppone una discussione del Parlamento sul tema.

A favorire l’esibizione del certificato potrebbe essere una app annunciata nei giorni scorsi nell’ambito del Piano vaccini. La stessa che consentirebbe – per esempio – di prenotare la somministrazione, fissare l’appuntamento e mettersi in lista per il giorno e il luogo in cui si avrà la dose e il successivo richiamo. Anche se il download sarà facoltativo, potrebbe essere utile come ‘lasciapassare elettronico’ da esibire agli operatori una volta immunizzati.

Ma aldilà delle idee e dei progetti, il settore del turismo – tra quelli più colpiti dalla crisi – invoca compatto subito dei provvedimenti in questo senso. La richiesta è raccolta dal presidente della Commissione Turismo e Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario. “Esibendo un certificato almeno le persone vaccinate potrebbero ridare ossigeno a queste attività – dice – sarebbe un’opportunità e una soluzione almeno per far ripartire il comparto al più presto. Ne parlerò alla prossima Conferenza delle Regioni e lancerò una proposta condivisibile da inviare alla Conferenza alla prossima riunione della Commissione. Mi auguro che potrà essere applicabile”.

E Francesco Gatti, presidente di Assohotel, l’associazione di categoria che riunisce circa 300 albergatori su Roma, auspica “la riapertura di alcune attività ancora sospese, come le spa e i convegni, garantendo l’accesso almeno a chi è vaccinato. Oltre ad essere una precauzione per i clienti – aggiunge – per noi sarebbe utilissimo perché questo serve a tenere occupata in albergo qualche camera in più. Esibire il certificato per entrare negli hotel, sarebbe invece complicato, perché nel settore la clientela è varia e internazionale”. Per il responsabile del settore Turismo di Confcommercio, Alberto Corti, “bisognerebbe seguire l’esempio di quelle compagnie aeree extra Ue che hanno previsto l’obbligo del vaccino per prenotare un viaggio. In Europa sarebbero necessarie iniziative di coordinamento tra Stati dell’Unione”.

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