Meridiana ha confermato l’apertura della procedura di mobilità per 1.634 lavoratori che aveva annunciato, a sorpresa, nella serata di venerdì. Non è servito dunque l’incontro al ministero del Lavoro dove la compagnia aerea ha giudicato non praticabili le integrazioni alla proposta del ministro Giuliano Poletti, che prevedeva mobilità volontaria e ricollocamento esterno, richieste dai sindacati (unicità aziendale, ammortizzatori conservativi e stop alle esternalizzazioni). L’unica apertura dell’azienda su questi temi è stata quella di ridiscutere le esternalizzazioni.
Ora si apre una fase di confronto sindacale, senza Governo, che si preannuncia molto complessa, a partire dalla scelta della sede che le parti sociali vorrebbero fosse quella di Olbia, dove si concentra la maggior parte dei lavoratori. L’azienda invece preferirebbe Roma. In questa fase tecnica, per cui non c’è ancora una data, si cercherà di ridurre il numero degli esuberi, partendo dalla proposta già avanzata da Meridiana di eliminare 268 licenziamenti, riassorbendoli in Air Italy o con pre-pensionamenti. E si discuterà di mobilità volontaria.
Secondo la Fit-Cisl la decisione della compagnia conferma che “che non c’è mai stata volontà di risolvere il problema, fin dall’inizio”, mentre per la Filt-Cigl “complica le già difficili possibili soluzioni”.
Profonda delusione tra i dipendenti con i lavoratori. Tanto che il pilota Andrea Mascia, da giorni sulla torre dell’illuminazione a 35 metri di altezza davanti all’aeroporto di Olbia, ha deciso di iniziare uno sciopero della fame come ulteriore forma di protesta. A vigilare sulle condizioni di salute del comandante Meridiana in sciopero della fame sarà l’assistente di volo Alessandro Santochini, suo compagno di avventura nella protesta a 35 metri di altezza, in attesa di ulteriori manifestazioni, che possano “disturbare le istituzioni, il management Meridiana e soprattutto il suo azionista”.