Rimane fitto il mistero sullo schianto dell’aereo della compagnia russa Kogalymavia (che dal 2102 opera con il marchio Metrojet) che si è schiantata mentre volava tra Sharm e San Pietroburgo causando la morte di 224 persone. Il Cremlino non esclude la pista del terrorismo, anche se è ancora presto per avere certezze: “In questo momento non si può escludere nessuna ipotesi”, ha spiegato il portavoce del presidente, Vladimir Putin, Dmitri Peskov.
Dal canto suo la compagnia ha fatto sapere che il fatto che il suo Airbus 321 si sia spezzato in volo, come riferito dopo l’esame della scatola nera, esclude che la causa possa essere stata un’avaria o un errore umano e lascia aperta come spiegazione solo quella di “azioni fisiche o meccaniche”. L’A321 era stato sottoposto a test sull’usura del metallo a marzo 2014. A quanto pare, l’equipaggio dell’Airbus “probabilmente nel momento dell’inizio della situazione catastrofica ha perso completamente” il controllo dell’aereo e “può essere questa la spiegazione del fatto che non c’è stato nessun tentativo di stabilire un contatto e informare della situazione di emergenza a bordo”.
E così il timore che l’Airbus possa essere precipitato a causa dello scoppio di un ordigno a bordo si rafforza con il passare delle ore e l’arrivo di nuovi dettagli. La rivendicazione da parte dell’Is è stata subito liquidata come falsa, dato che l’Airbus volava a una quota non raggiungibile dalle armi a disposizione dei militanti jihadisti nell’area. Nessuno ha però potuto escludere che una bomba sia stata piazzata in qualche modo a bordo del velivolo. Anche perché secondo gli esperti nessun aereo può spaccarsi in volo per un problema tecnico.
Nel frattempo tutti i voli Airbus A321 della Kogalymavia, sono stati sospesi: lo ha deciso l’agenzia federale dei trasporti (Rostransnadzor).
Infine, contrariamente ad Air France, Klm, Lufthansa, Ural Airlines ed Emirates che hanno deciso di non sorvolare il Sinai finché non si saprà con esattezza quello che è successo, la British Airways non ha per ora deciso di interrompere i sorvoli del nord dell’Egitto. Ma già un mese fa l’ente britannico per la sicurezza dei voli civili aveva diramato un avviso alle compagnie del regno affinché non volassero a bassa quota sul Sinai centrale, vista la presenza di jihadisti ostili agli occidentali.