Proposta Ue: no a risarcimento se ritardo treno è per calamità

Una clausola di ‘forza maggiore’ potrebbe esentare le compagnie ferroviarie dall’obbligo di risarcire, in caso di ritardi causati da calamità naturali imprevedibili e inevitabili. E’ uno dei punti della proposta della Commissione Ue per aggiornare le norme per i diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario. Secondo l’attuale normativa le compagnie sono tenute a versare un risarcimento anche in caso di calamità naturali. La proposta passa ora a Parlamento e Consiglio Ue.

D’altra parte le norme aggiornate puntano a tutelare meglio chi viaggia in treno in caso di ritardi, cancellazioni e discriminazioni. Questi i settori oggetto della revisione. I servizi a lunga distanza nazionali e transfrontalieri, urbani, suburbani e regionali non possono più essere esentati dall’applicazione delle norme sui diritti dei passeggeri. Ad oggi, solo cinque Stati (Belgio, Danimarca, Italia, Paesi Bassi e Slovenia) applicano pienamente le norme, mentre altri hanno messo in atto deroghe di varia entità.

Si punta a migliorare la diffusione delle informazioni sui diritti dei passeggeri, ad esempio, stampandole sul biglietto. È vietata la discriminazione sulla base della nazionalità o della residenza.   Viene previsto il diritto all’assistenza obbligatoria su tutti i servizi e pieno risarcimento in caso di perdita o riparazione delle attrezzature per la mobilità. Le informazioni al riguardo devono essere fornite in formati accessibili e il personale ferroviario deve ricevere un corso di sensibilizzazione alla disabilità. Si sollecitano scadenze e procedure chiare per la gestione dei reclami e chiare responsabilità e competenze delle autorità nazionali responsabili dell’applicazione e dell’esecuzione dei diritti dei passeggeri.

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