Rabbia e paura per il futuro tra i balneari, dopo il nuovo avvertimento arrivato da Bruxelles e dopo il richiamo del capo dello Stato sulle proroghe delle concessioni. Riuniti a Carrara in tanti hanno sventolato bandiere nere con scritto “No aste” e con la richiesta di un incontro direttamente con Sergio Mattarella.
“Da 14 anni viviamo un’infame vertenza, è un record mondiale. Meloni ha fatto interventi da barricadera e ora sta zitta. E addirittura ha paura di inasprire i rapporti con il presidente della Repubblica. Guardiamo i nostri figli e sappiamo di non dargli un domani. Abbiamo creato ricchezza e posti di lavoro”, ha affermato Rodolfo Martinelli nel corso del convegno dal titolo “Onda d’urto balneari in mobilitazione”, al quale hanno partecipato anche numerosi politici, di maggioranza e opposizione.
“Sui balneari c’è un’ossessione maniacale dell’Ue. Sono imprenditori strategici per il nostro turismo e vanno tutelati”, è tornato a sostenere il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, a margine dell’iniziativa. Quello che occorre è una “mappatura”, ha aggiunto. “La smettano di perseguitare un settore produttivo: sono posizioni arroganti, inaccettabili e sbagliate”, ha invece sottolineato a proposito dell’intenzione della commissione Ue di valutare la possibile incompatibilità del decreto legge che contiene le proroghe relative alle concessioni per gli stabilimenti. Notizia salutata dal popolo dei gestori degli stabilimenti con una pioggia di fischi.
Per l’altro vicepresidente del Senato Marco Centinaio “quando ci sarà la mappatura capiremo se la risorsa è scarsa o meno. Se non dovesse essere scarsa” allora “i balneari devono uscire dalla Bolkenstein”. E poi, ha detto ancora, “vorremo capire che cosa intende valutare la commissione Ue se non aspetta prima l’esito della mappatura delle coste”.
Durante l’assemblea era palpabile tutta la rabbia della categoria e malumori in platea sono stati rivolti anche al presidente della Repubblica. Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Federturismo Confindustria, ha annunciato di voler chiedere un incontro al capo dello Stato: “Il no alle aste non è per difendere un privilegio ma per difendere posti di lavoro – ha spiegato -, e perché ci sia reciprocità nell’applicare le norme. In Europa c’è un ‘sistema Panzeri’ perché c’è troppo accanimento sulla nostra questione. Noi diciamo che la direttiva è corretta ma serve la giusta applicazione”.
Poco prima dall’assemblea erano arrivati fischi per l’intervento del deputato dem Marco Simiani (“Occorre ripartire – ha detto – da proposte concrete, come ha da sempre fatto il Pd), regalando invece applausi a Centinaio e Gasparri, e anche a Stefano Fassina (Leu), che ha esortato a ricorrere alla Corte costituzionale.