Psicosi coronavirus sul turismo: operatori convocati al Mibact

È stata sospesa la concessione dei visti di ingresso dalla Cina per l’Italia e giovedì 6 febbraio saranno convocati al Mibact i rappresentanti del turismo per fare il punto sull’emergenza: c’è un evidente problema turismo legato all’emergenza coronavirus, ma il panico e la psicosi rischiano di fare più danni delle cancellazioni dovute allo stop dei voli per arginare il contagio del coronavirus. Ne sono convinti gli operatori che oltre che sul mercato cinese (da cui si attendavano oltre 4 milioni di turisti visto che è il 2020 è l’anno del turismo e della cultura Italia-Cina) temono disdette e problemi anche dagli Usa.

“In questo momento l’importante è riuscire a contenere il contagio ed evitare al massimo di alimentare panico e allarmismo” spiega il sottosegretario al Turismo del Mibact Lorenza Bonaccorsi che annuncia come sia stata sospesa la concessione di visti in Cina per l’Italia da parte delle agenzie autorizzate (restano solo quelli concessi dalle nostre strutture consolari per motivi familiari o casi urgenti).

Intanto, giovedì saranno convocati al Mibact i rappresentanti delle varie categorie del settore turistico per fare il punto sulla situazione e capire come affrontare questa fase di emergenza.

“Non dobbiamo cadere nel panico – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – perché abbiamo superato la Sars e altre malattie ben più letali. È una malattia seria che va gestita con attenzione, senza farsi prendere da isterismi. È importante che non si entri nella “psicosi” di vedere gente con le mascherine per la strada, come se fossimo un paese dove c’è un contagio diffuso. Potrebbe essere tremendo nei confronti degli altri mercati, che qualora dovessero percepire che l’Italia è un Paese a rischio, interromperebbero totalmente i viaggi. Ancora abbiamo clienti americani che hanno visto in tv le immagini dell’acqua alta a Venezia dei mesi scorsi e ci chiamano per sincerarsi che adesso si riesca a camminare e che la città non sia affondata…” aggiunge.

Per quanto riguarda il problema delle disdette e delle cancellazioni dovute allo stop dei voli e alle restrizioni per limitare il diffondersi del coronavirus il presidente di Federalberghi è molto netto: “I conti sono presto fatti: ci basiamo sullo scorso anno quando in Italia abbiamo toccato i 4 milioni e mezzo di arrivi dal mercato cinese. A febbraio l’anno scorso era 450-500 mila arrivi. E quest’anno zero! Non c’è un calo, è zero e basta. E riteniamo che almeno nel primo semestre di quest’anno il mercato cinese sarà off limits. Sottolineiamo però – prosegue Bocca – che non stiamo registrando rallentamenti sui paesi limitrofi alla Cina. Da Taiwan o dalla Corea la gente continua a viaggiare tranquillamente. Al momento è quindi un calo circoscritto, certo su certe destinazioni è un calo pesante perché in questo periodo c’era il Capodanno cinese, periodo in cui i cinesi viaggiavano e spendevano, e l’Italia è in cima ai loro desiderata”.

Alla Bonaccorsi si rivolge invece Vittorio Messina, presidente nazionale Assoturismo Confesercenti: “Proporremo anche di valutare se, vista la situazione, non sia il caso di rimandare l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina. Decisione che andrebbe presa di comune accordo con il governo cinese”.

Sulla sospensione dei voli da e per la Cina interviene anche Astoi Confindustria Viaggi: “I tour operator sono come sempre attenti alle esigenze dei clienti che avevano pianificato il proprio viaggio e, per le partenze imminenti, offrono una soluzione alternativa oppure, nel caso in cui il cliente rifiuti o qualora non sia possibile per il TO proporre altre opzioni, consentono la cancellazione senza l’applicazione di penali”.

Infine, Jacopo Sertoli, presidente di Select Holding, società autorizzata a rilasciare nel mondo la certificazione Welcome Chinese e che sta lavorando da anni assieme alla China Tourism Academy, ente del Turismo Cinese, spiega: “Questa situazione ha un orizzonte temporale limitato nel tempo. Riteniamo che gli sforzi necessari siano stati fatti da parte cinese per limitare i danni il più possibile”.

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