Quando la vacanza diventa incubo, malori per cento turisti in Valtellina

Febbre alta, fino a 40, tosse e vomito per un centinaio di ragazzi, e per i loro accompagnatori; punture di zecche, nelle braccia e in altre varie parti del corpo, per altre sedici persone, tra giovanissimi e adulti. Sono le vacanze da incubo in Valtellina vissute da due comitive, il gruppo estivo di una parrocchia di Brescia e i turisti di una parrocchia della provincia di Siena.

Il gruppo bresciano è arrivato a Bormio il 23 luglio per una settimana di vacanza. Dopo appena un paio di giorni, uno dopo l’altro ha iniziato a stare male. “I ragazzi sono sempre rimasti in quella struttura, ad esclusione di un’unica gita a un rifugio a circa 3.000 metri di quota”, spiega Michela Poinelli, mamma di uno dei bambini. La struttura è stata descritta come fatiscente e molto sporca. Da qui il dubbio dei medici del Pronto Soccorso degli Spedali Civili di Brescia, dove sono stati portati sia i ragazzi che gli adulti, che a provocare i sintomi possa essere stato il batterio della Legionella. A tutti è stato prescritto un antibiotico.

Secondo l’Ats della Montagna, che si è subito attivata, l’ipotesi legionella è piuttosto remota. “I sintomi erano febbre e tosse – fa sapere l’Ats -. Tutti sono stati sottoposti al tamponi per il Covid-19 e sono risultati negativi. Al momento si esclude anche l’intossicazione alimentare. Abbiamo effettuato i prelievi per verificare la salubrità delle acque della struttura, siamo in attesa dei risultati, ci vorranno 10 giorni, per escludere l’ipotesi Legionella che appare, comunque, poco probabile”. I sintomi sono diversi da quelli classici, ed è strano che il problema non si sia presentato prima, visto che nella struttura già in precedenza sono stati ospitati altri gruppi di persone.

Vacanza da dimenticare anche per un gruppo di turisti provenienti da una Parrocchia della provincia di Siena a San Martino, frazione montana di Val Masino (Sondrio). In 16 fra giovanissimi e adulti, ospiti in una casa-vacanze del piccolo paese della Valtellina, hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari perché punti, nelle braccia e in altre parti del corpo, dalle zecche. Sei le ambulanze dell’Areu, l’Agenzia regionale per emergenza e urgenza; alcuni pazienti sono stati trasportati all’ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona (Como), altri in quello di Sondrio.

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