Il turismo italiano si gioca tutto sulla cultura. In un Paese indietro per attrattività turistica rispetto a Francia e Spagna per una qualità più bassa dei servizi e per i prezzi superiori, sono le città d’arte a trainare il turismo nostrano più che la vacanza balneare. Lo dice il quinto rapporto della Società Geografica Italiana, dedicato quest’anno al turismo e al territorio. Così se si vuole risalire dal 5 posto attuale al 2/o occupato negli anni settanta nella graduatoria dei Paesi con il maggior flusso turistico si deve affrontare un riposizionamento complessivo del prodotto turistico, in chiave di fantasia non meno che di modernizzazione ed efficienza. Quindi, innovare sotto molti profili: istituzionale, finanziario, infrastrutturale. Ma soprattutto evitare che sui mercati esteri si presentino 20 diversi immagini dell’Italia. “Unita nelle diversità – si legge nel rapporto – potrebbero diventare le parole-chiave, da diffondere attraverso forme di comunicazione non forzatamente eclatante”.