Riorganizzazione Enit, Radaell: problemi vanno da fondi all’organico

Il nuovo Enit potrebbe costare almeno 25 milioni di euro, oltre ai finanziamenti necessari per specifiche azioni promozionali. Ma oggi l’Ente riceve 18 milioni in tutto e la legge parla di invarianza della spesa. E’ questo principale punto critico esposto dal commissario straordinario dell’Enit, Cristiano Radaelli che nel corso dell’audizione tenuta alla Commissione Attività produttive del Senato ha parlato del lavoro svolto per la riorganizzazione dell’Enit.

D’altra parte la legge trasforma l’Enit in ente pubblico economico, cioè un ente-impresa, che quindi dovrebbe finanziarsi con proventi d’impresa e con “eventuali” (così dice la legge) finanziamenti statali e regionali. Non c’è stata alcuna traccia, nell’esposizione fatta, di attività d’impresa che possano contribuire a far vivere l’Enit se non con soldi pubblici.

Il commissario ha poi concentrato l’attenzione sul tema della pianta organica. Sembra di capire che si vada verso una messa in mobilità di gran parte del personale attuale, assunto con concorso pubblico, da sostituire con nuovo personale che sarà assunto privatamente.

Quindi Radaelli ha spiegato che bisognerebbe avvicinarsi al modello delle agenzie di promozione del turismo dei principali competitor europei, quali Francia e Spagna, che superano l’Italia per investimenti, risorse umane, numero di sedi all’estero.

Queste sono però enti pubblici, che agiscono attraverso proprio personale all’estero, mentre la riorganizzazione prevede di affidare gli uffici all’estero dell’Enit a dipendenti locali, indebolendo proprio la missione dell’ente all’estero. Il primo passo è già stato fatto, richiamando in sede tutti i dirigenti all’estero dal prossimo mese di novembre, suscitando molte perplessità nei rappresentanti diplomatici, che intravedono un modico risparmio a fronte di un ingente danno economico.

 

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