Schifani: aprire casinò per dare ossigeno al settore

E Brambilla rilancia: mettiamoli subito negli hotel a cinque stelle

L’apertura di nuovi casinò in Italia può costituire la "nuova risorsa" per l’industria del turismo. Ne è convinto il presidente del Senato Renato Schifani che dal tavolo della conferenza delle ‘Città della Cultura’ a Torino ha rilanciato la proposta raccogliendo il parere positivo del sottosegretario al Turismo Michela Brambilla e della presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso. "Oggi essere contrari non si giustifica più – ha osservato Schifani – l’Italia gode degli effetti positivi di un complessivo sistema anticrimine che la rende più forte che in passato. E’ ormai possibile, quindi, scegliere di realizzare un progetto che da decenni non trova attuazione: nel Centro e nel Sud potranno sorgere nuovi casinò: saranno un’ulteriore attrattiva per i tradizionali flussi turistici e ne susciteranno di nuovi ed interessanti per l’economia del settore. Aumenteremo così – è il parere di Schifani – la risposta italiana alla concorrenza degli altri Paesi del Mediterraneo". E se il bilancio 2008 dei quattro casinò esistenti oggi in Italia è stato in rosso, per il presidente del Senato la colpa non è dello scarso interesse dei clienti. "E’ vero che taluni mostrano qualche segno di crisi – ha affermato – ma è altrettanto vero che le ragioni vanno ricercate al di fuori del venir meno di uno specifico interesse degli utenti". D’accordo con i nuovi casinò il sottosegretario Brambilla, secondo cui devono essere aperti "ovunque non ci sono ancora, a cominciare dagli alberghi a cinque stelle". "Negli altri paesi europei, a cominciare da Francia e Spagna – ha detto – ci sono moltissime case da gioco. Metterle negli hotel di lusso, consentendo il gioco ai soli ospiti, è una formula per garantire alle nostre strutture ricettive di potere competere ad armi pari con quelle degli altri paesi". La presidente del Piemonte Bresso, pur favorevole all’apertura di nuovi casino, è rimasta tuttavia stupita dalla sede scelta per rilanciare la proposta. "Non ho mai capito – ha commentato – perché sono vietati. Io sono una liberista, e se vengono tolti dei vincoli non ci vedo nulla di male. Ma proprio non riesco a vedere una grande connessione fra i casinò e il turismo culturale". Soddisfatta della proposta di Schifabni l’Anit, l’associazione dei maggiori Comuni turistici italiani, che però chiede una "normativa seria" e ritiene che la valorizzazione del territorio e dell’indotto turistico "non appare perseguibile con l’apertura di tavoli verdi negli hotel di lusso”.
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