Sì agli spostamenti verso seconde case, ma solo se di proprietà o in affitto

Arriva la precisazione sul rebus delle seconde case. Possono essere raggiunte da un’altra regione purché si tratti di un’abitazione di proprietà o in affitto; resta invece il divieto se il proprietario è un parente. In attesa che le ‘Faq’ della presidenza del Consiglio chiariscano in maniera più netta le indicazioni del Dpcm in vigore da sabato scorso, è il sottosegretario all’Interno, Achille Variati, a fissare i paletti agli spostamenti degli italiani fino al prossimo 15 febbraio.

La circolare inviata a tutti i prefetti dal capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi, ricalca sostanzialmente quanto filtrato nei giorni scorsi da Palazzo Chigi: e cioè che, rispetto al decreto in vigore per le festività natalizie, il provvedimento del 14 gennaio apre alla possibilità di spostarsi da una regione all’altra per andare in una seconda casa.

La novità – sulla quale non c’era una posizione unanime nel Governo, con l’ala prudente, in testa il ministro della Salute, Roberto Speranza, che era contraria – non è stata però esplicitata: la circolare si limita infatti a definire consentiti gli spostamenti tra regioni in caso di “rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”. Mentre il precedente decreto vietava nero su bianco gli spostamenti verso le seconde case.

Il sottosegretario Variati ha chiarito che “si può sempre, eccetto nelle ore di coprifuoco, tornare nella propria residenza o abitazione. Una seconda casa è un’abitazione e non è esplicitato nel nuovo Dpcm il divieto di andare nella seconda casa purché si tratti di una propria proprietà o ci sia comunque un contratto di affitto, ergo è possibile spostarsi”, anche fuori regione. “Se la casa è proprietà di un altro, anche se parente – ha aggiunto – non può essere considerata seconda casa. Ovviamente la norma può essere oggetto di una precisazione, al momento non prevista”.

Le Regioni, da parte loro, possono interpretare in maniera più restrittiva l’indicazione del Governo. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha già annunciato un’ordinanza per prevedere l’obbligo della presenza in loco del medico di famiglia per chi intende spostarsi nella regione.

Ed anche il governatore altoatesino, Arno Kompatscher, non esclude un inasprimento delle misure anti-Covid in Alto Adige, se la situazione delle terapie intensive dovesse peggiorare.

L’Unione delle comunità montane (Uncem), da parte sua, definisce invece “un segnale di apertura positivo” quello sulle seconde case. Ma ora, aggiunge, “occorre sancire in modo definitivo che le attività sportive amatoriali sulla neve, in particolare ciaspole e scialpinismo, passeggiate e gite, si possono svolgere raggiungendo tutte le località montane”. Questo perché, secondo l’Uncem, “consentire di raggiungere località montane per svolgere attività sportiva amatoriale individuale non alimenta il contagio”.

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