Sit in oggi a Roma degli imprenditori balneari di tutta Italia davanti al ministero dell’Economia e delle Finanze. “Sono a rischio 250 imprese e 2.500 posti di lavoro – spiega Riccardo Borgo, presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio – con il sit-in vogliamo attirare l’attenzione del Governo e del Parlamento su questi stabilimenti balneari che hanno l’unico torto di non riuscire a pagare canoni demaniali spropositati, eccessivi e sbagliati e che rischiano la revoca delle concessione”.
La legge finanziaria nel 2007 ha modificato il calcolo del canone per le concessioni demaniali marittime, stabilendo che, nel caso delle pertinenze, (beni di difficile rimozione, regolarmente realizzati dal concessionario sul demanio marittimo, incamerati dallo Stato), il canone annuo da versare all’erario è fissato sulla base dei valori rilevati dall’OMI – Osservatorio Mobiliare Italiano, (con incrementi tra 300% e 1.500%) generando, in questo modo, importi insostenibili per le imprese che si sono viste recapitare richieste di pagamento per oltre 500.000 euro anche a causa degli arretrati.
“Bisogna intervenire quanto prima – conclude Borgo – perché già questa estate diverse decine di aziende balneari rischiano di non aprire, creando, tra l’altro, un gravissimo danno d’immagine alle località turistiche e insufficienti servizi di spiaggia. Occorre modificare rapidamente i criteri di determinazione dei canoni demaniali marittimi ma subito è necessario un provvedimento che sospenda il pagamento di questi canoni assurdi e che blocchi i provvedimenti di sospensione, revoca o decadenza delle concessioni derivanti dal mancato pagamento del canone”.