Stretta a Barcellona sugli affitti brevi, Bocca: precedente importante

Boom di alloggi destinati a uso turistico, prezzi di affitti residenziali e case in vendita alle stelle. A Barcellona però per gli affitti brevi sembra arrivare uno grosso stop. Il sindaco della città, il socialista Jaume Collboni, annuncia che “a partire dall’anno 2029, non esisteranno alloggi turistici così come li conosciamo ora”, ha annunciato. A Barcellona ci sono attualmente circa 10.000 immobili destinati ai B&B o altre forme di alloggio turistico, secondo i dati del Comune. L’obiettivo primario di Collboni è quello di riconsegnarli al mercato per uso residenziale. Nello specifico, si punta a non rinnovare le licenze per uso turistico degli appartamenti attualmente vigenti, che hanno come scadenza novembre 2028. “Così verranno re-immesse sul mercato 10.000 case in soli 5 anni”.

Una annuncio che trova il plauso del presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: “ci vorrà del tempo ma almeno la Spagna si è mossa: la notizia che Barcellona vieterà l’affitto delle case ai turisti dal 2028 e che revocherà migliaia di licenze crea un precedente unico per un vero riordino del problema delle locazioni brevi in Italia”. “Come a Barcellona, anche a Roma, Firenze, Venezia e Milano – rileva – i prezzi degli affitti sono lievitati in maniera esponenziale impedendo ai cittadini residenti di misurarsi con un mercato sano delle locazioni per uso abitativo. È ora che anche in Italia si prendano decisioni apparentemente impopolari ma che possano fare il bene del turismo ed anche di coloro che in Italia vivono”.

“Il presidente di Federalberghi vorrebbe che anche in Italia fosse introdotto – come a Barcellona – l’obbligo per i turisti di alloggiare in albergo. Evidentemente non gli bastano ancora i mega rialzi dei prezzi delle camere che gli hotel hanno applicato finora”, replica il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. “P.S. Per rispetto dell’intelligenza di chi legge – aggiunge -, evitiamo di commentare la parte del comunicato in cui il rappresentante degli albergatori motiva le sue richieste con la preoccupazione per il destino dei residenti e per i costi degli affitti”.

Il piano deciso per Barcellona, pur accolto con scetticismo da opposizioni e collettivi per la difesa del diritto alla casa e definito “populista” dagli imprenditori del settore interessato, è il più deciso sinora compiuto da un grande comune in Spagna per affrontare il problema. Nelle ultime settimane, tuttavia, anche altre città hanno annunciato limiti alla concessione di licenze per B&B e affitti brevi: è il caso di Madrid, Palma di Maiorca, Valencia e Malaga.

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