Studiare le nubi vulcaniche per gestire il traffico aereo

La ricerca a partire dalle ceneri emesse nel marzo del 2010 dal vulcano islandese Eyjafjallajoekull

Le prime particelle di cenere liberate nell'atmosfera dalle eruzioni dei vulcani sono quelle più pericolose per i motori a reazione degli aerei. La scoperta è stata presentata a Firenze, nel corso di una conferenza organizzata dall'Associazione Europea di Geochimica e dalla Società Geochimica e contribuirà a mitigare l'impatto di future eruzioni vulcaniche sui viaggi aerei.   
In particolare sono state studiate le ceneri emesse il 20 marzo del 2010 dal vulcano islandese Eyjafjallajoekull che dopo 187 anni di riposo riprese la sua attività immettendo nell'atmosfera una grossa nube di fumo che causò un parziale blocco del traffico aereo per sei giorni sull'Europa mettendo in ginocchio le compagnie aeree di 20 paesi, tra cui l'Italia.
Dalla ricerca è emerso che le due diverse forme di particelle di cenere, cristallino e vitreo, si sono comportati in maniera diversa nel loro viaggio nell'aria. Quando la nube ha attraversato l'aria le particelle cristalline, che sono più dense e più pesanti, sono cadute prima rispetto alle particelle vetrose anche di quelle di dimensione maggiore.
Capire il comportamento di queste diverse forme di nubi di cenere monitorando velocemente il comportamento delle particelle – spiegano i ricercatori – consentirà alle autorità di gestire meglio il traffico aereo nelle future eruzioni vulcaniche.

 

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