Tamponi e screening in aeroporti contro variante omicron

Una strategia lampo di contenimento, con la concreta possibilità di reintrodurre l’obbligo di doppio tampone all’ingresso e di quarantena per chi viene da Paesi in cui si registrano focolai Omicron. In Italia la macchina dei controlli sulla variante sudafricana, dopo il primo caso nazionale, si è già attivata con centinaia di sequenziamenti dei test e monitoraggio dei passeggeri che arrivano agli aeroporti. Vista la rapida diffusione della mutazione già all’interno dell’area Schengen, si spera ora in un piano di contenimento a livello europeo.

Ad ammettere che “la fase epidemica non è semplice” è lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, per il quale “questa nuova variante è un’ulteriore sfida per tutti i paesi del mondo, c’è un massimo livello di attenzione e serve cautela e tutte le scelte, comprese quelle sui voli, vanno in questa direzione”.

Anche il ministro Luigi Di Maio non esclude altre strette: “C’è una grande allerta, dobbiamo utilizzare tutte le misure che servono per evitare di chiudere l’Italia, quindi ben vengano le chiusure verso l’estero”, sottolinea.

“Al momento sembra che i vaccini mantengano la loro forza. Adesso è dunque più importante che mai fare la terza dose quanto prima e la massima prudenza da parte dei cittadini: mascherina e distanziamento”, aggiunge il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che nelle prossime ore vedrà i Prefetti per stabilire un nuovo Piano di controlli dopo l’entrata in vigore del Super Green pass e del certificato verde (quello base) obbligatorio anche sui mezzi pubblici di trasporto. Negli aeroporti le verifiche sono già a regime. Aldilà del contact tracing attivato per il paziente zero, a Fiumicino – nel caso di passeggeri che arrivano da aree a rischio – “le compagnie aeree sono tenute a consegnare le liste dei passeggeri e questi vengono prelevati direttamente sottobordo, per essere poi sottoposti ai controlli sanitari di rito”.

Una nota di raccomandazione era stata diramata in queste ore dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera dipendenti dal ministero della Salute (Usmaf) ai vettori, agli enti aeroportuali e del volo affinché si vigili sulla completa e corretta compilazione dei i moduli per fornire informazioni sulla provenienza dei viaggiatori negli ultimi 14 giorni ed evitare che Omicron, dopo aver messo piede in Italia, punti a sostituire Delta.

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