Tassa barche, Federazione Mare: ricorrere a imposte alternative

Si teme una fuga da porti italiani con conseguente penalizzazione per settore nautico

"Perplessità" sulla decisione governativa di imporre una tassazione sullo stazionamento nelle acque nazionali di imbarcazioni italiane o estere è stata espressa dalla Federazione del Mare, che riunisce il cluster marittimo italiano. Pertanto si auspica "che nell'iter di conversione della norma in Parlamento venga valutata la possibilità di ricorrere a forme di tassazione alternative delle unità da diporto".
La Federazione teme che la tassa allontani le imbarcazioni dall'Italia e ricorda che il sistema marittimo italiano produce "complessivamente beni e servizi per un valore di 39,5 miliardi di Euro (2,6% del PIL)" e che l'Italia è "prima in Europa nell'interscambio via mare con 240 milioni di tonnellate di merci e nel turismo crocieristico con 6,7 milioni di passeggeri, nonché nel mondo nella costruzione di navi passeggeri e motoryacht di lusso, fornendo occupazione a circa il 2% della forza lavoro del Paese (480mila addetti)".

 

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