Tassa soggiorno, quest’anno i comuni incasseranno solo 182 mln

L’anno scorso era stata un tesoretto di ben 622 milioni, quest’anno avrà un calo quasi del 71% e raggiungerà soltanto i 182 milioni. La stima sulla tassa di soggiorno è dell’Osservatorio nazionale su questa imposta di Jfc, che specifica però che a pesare non saranno soltanto lockdown e crisi del turismo.

“Tra le politiche adottate dalle amministrazioni comunali – spiega Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc – c’è la decisione di sospendere l’imposta di soggiorno per l’intero 2020”. Una scelta che, se da un lato incide sul “morale” degli operatori, dall’altra crea ulteriori difficoltà ai bilanci comunali. E anche in questo caso si procede in ordine sparso: molte località hanno già assunto o stanno decidendo di sospendere l’imposta per tutto l’anno o per alcuni mesi (da Jesolo a Forte dei Marmi, da Fiuggi a Pescara, da Orvieto a Lucca, da Siena a Pompei, da Vicenza a Vasto, etc.), altre amministrazioni prorogano in avanti il versamento al Comune dell’imposta incassata (da Roma a Rimini, da Venezia a Fiesole, da Alessandria a Lecce, da Ancona a Brescia, etc.). C’è poi chi richiede di restituire le somme versate agli operatori del ricettivo o chi ragiona su una riduzione dell’imposta stessa (ad esempio Arzachena o Vico del Gargano) e chi incrementa gli investimenti di marketing sul turismo utilizzando in maniera più massiccia i fondi ricavati dall’imposta di soggiorno per il sostegno all’economia turistica (ad esempio Sanremo).

Inoltre secondo Jfc le modifiche del Decreto Rilancio alla disciplina dell’imposta di soggiorno sono state percepite come una “depenalizzazione”. “E’ stato superato – precisa Sergio Lombardi, fondatore di Taxbnb – il ruolo di Agente contabile per il gestore della struttura ricettiva, finora soggetto ad una pena fino a 10 anni e 6 mesi di reclusione per gli omessi o parziali riversamenti dell’imposta. Il gestore è ora definito come responsabile d’imposta, ma le conseguenze legali non sono del tutto certe: ad esempio secondo i magistrati della Procura di Roma, il reato di peculato e le pesanti sanzioni sono ancora pienamente applicabili. Si rende quindi necessaria un’interpretazione autentica”.

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