Si riaccende lo scontro tra i tassisti e il governo. La categoria, riunita a Firenze, ha proclamato uno sciopero nazionale a novembre, prima fissato per il 7 e poi differito su indicazione del Garante al 21. A fermarsi saranno i tassisti di Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Roma che si ritroveranno a manifestare nella Capitale. Finisce dunque la tregua cominciata dopo le lunghe proteste dei tassisti culminate col fermo spontaneo del servizio in diverse città per cinque giorni consecutivi.
“Il 23 febbraio – spiegano i sindacati delle auto bianche in un documento – i rappresentanti delle associazioni di categoria, alla presenza del ministro Delrio e dei rappresentanti dei ministeri Mit e Mise, hanno condiviso un percorso, confermato dal presidente del consiglio Paolo Gentiloni, volto all’emissione entro trenta giorni dei decreti attuativi”, ovvero le modalità per regolamentare il settore che comprende sia i taxi che i noleggi con conducente.
“Ad oggi questo decreto non è stato ancora firmato dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio e dal ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, nonostante una bozza di articolato ci fosse stato presentato prima della fine del mese di marzo e riproposto nel mese di luglio confermando la sua stesura il 2 agosto 2017, nel corso dell’incontro al ministero dei Trasporti”, sottolineano.
I sindacati dei tassisti parlano nel documento di “diverse sollecitazioni rimaste inascoltate” e “prendono atto della mancata volontà da parte di questo Governo di dare attuazione agli impegni presi”. La mancanza di regole, sostengono, favorisce la giungla nel settore, dove Ncc operano senza limiti né obblighi, e le multinazionali, Uber in testa, approfittano della situazione organizzando servizi con chi non deve più rispondere di norme certe.