E' partita da Bologna la marcia dei tassisti italiani contro lo spauracchio delle liberalizzazioni del governo Monti. Il 'Parlamentino' nazionale di 19 sigle fra sindacati e cooperative del settore, riunito nel capoluogo emiliano e allargato per l'occasione, ha annunciato per lunedì prossimo un'assemblea al Circo Massimo a Roma e una settimana dopo, il 23, lo sciopero nazionale.
Un blocco su cui sono piovute polemiche da ogni parte. Per il Codacons è "una protesta del tutto infondata", tanto che "non esiteremo a presentare una raffica di denunce in Procura" in caso di blocchi stradali. E per l'Adoc "le liberalizzazioni devono essere adottate in tutti i settori, non è possibile escluderne uno se ci si vuole aprire realmente al libero mercato". Su Twitter, invece, è stato lanciato un 'controsciopero' dei cittadini il 20 gennaio che in serata raggiunge il primo posto nella classifica degli argomenti trattati. 'Meno taxi per tutti' è la provocazione.
Stamattina poi è arrivato il freno da parte dell'Autorità di garanzia sugli scioperi: un blocco totale del servizio dei taxi "non potrebbe essere considerato legittimo". Nel caso, l'Authority ha l'obbligo di intervenire con i poteri che la legge le attribuisce".