Quasi il 90% dei viaggiatori infetti può essere trovato con un test rapido in aeroporto prima della partenza, e la maggior parte delle infezioni importate ‘per via aerea’ può essere evitata con cinque giorni di quarantena dopo l’arrivo seguiti da un tampone molecolare negativo. Lo afferma una simulazione dell’università di San Francisco pubblicata da Lancet Infectious Diseases.
La simulazione parte dal presupposto che 100mila viaggiatori siano infettivi subito prima, durante e dopo il viaggio, e valuta gli effetti di una serie di politiche sui test prima della partenza e sulla quarantena. “Queste evidenze possono essere utili per standardizzare le politiche per i viaggiatori – spiega Nathan Lo, uno degli autori -. Niente può essere perfettamente sicuro, e i viaggiatori sono comunque un rischio per le persone e per gli stati, ma questo è un modo per minimizzarlo”.
Secondo l’analisi le misure suggerite possono ridurre di due terzi i giorni in cui i viaggiatori sono in grado di infettare gli altri. Inoltre la quarantena di cinque giorni avrebbe la stessa efficacia di una di dieci o di quindici, e sarebbe anche più facile da mettere in pratica. “queste strategie non sono perfette – ribadisce Lo -, ma possono ridurre drasticamente il rischio di infezione mentre si viaggia”.